turismo

Gallipoli, passa lo straniero. E' boom nella primavera 2024: 5.144 contro i 1.200 del 2023

Giuseppe Albahari

I dati dell’associazione proprietaria del frantoio ipogeo di Palazzo Granafei. Sul podio francesi, tedeschi e britannici, seguiti da olandesi e spagnoli

GALLIPOLI - Turisti stranieri? Mai visti tanti, in questo periodo dell’anno. È stato il ritornello di primavera, in città. Una valutazione difficile da contestare, perché camminando nel centro storico e sul corso Roma, è stato molto frequente ascoltare ospiti parlare in francese, tedesco o inglese o anche in altre lingue che i residenti non sono in grado di identificare. In ogni caso, però, si tratta di valutazioni soggettive, alle quali manca il riscontro di dati ufficiali che diano loro peso e valore.

C’è un’opportunità, però, a disposizione di chi voglia analizzare il flusso turistico cittadino. È offerta dall’associazione «Gallipoli Nostra», proprietaria del frantoio oleario ipogeo di Palazzo Granafei, nel centro storico, che registra puntualmente non solo i visitatori, ma anche la loro provenienza. E limitando il confronto dei dati del trimestre aprile-giugno 2023 e di quest’anno, per altro limitato all’appena trascorso solstizio che ha sancito l’inizio ufficiale dell’estate, risulta effettivamente che Gallipoli non ha mai vissuto una primavera così affollata di ospiti italiani e stranieri. Basti dire, a proposito dei visitatori da oltre confine, che fino al 20 giugno sono stati 5.144 contro i poco più di 1.200 dello scorso anno.

I Paesi di provenienza, cui va il podio delle presenze nell’ultimo trimestre, sono stati: Francia (2.367 ospiti), Germania (1073) e Gran Bretagna (907). Distanziati, seguono: Olanda (342), Spagna (295), Stati Uniti (70), Australia (37) e, malgrado la difficile attuale contingenza geopolitica, Russia (25). Numeri ulteriormente minori per Svizzera, Brasile, Argentina, Grecia, Polonia, Belgio, Cina, Messico, Canada, Portogallo e Danimarca. Una curiosità sui danesi: sono rimasti meravigliati nell’apprendere dalla guida che tra i 12 viceconsolati presenti a Gallipoli nel XIX secolo, vi era quello del loro Paese.

Come detto, a fornire i dati sulle presenze alla “Gazzetta” è stata l’associazione “Gallipoli Nostra”, presieduta dallo storico Elio Pindinelli, che nel 1988 è stata la prima, forse non solo in città, a recuperare due frantoi, tra cui quello Granafei con accesso da via Antonietta De Pace, e a ricostruirne gli arredi con rigore storico-antropologico. Un approccio in continuo divenire, tanto che nei giorni scorsi il frantoio-museo si è arricchito di nuovi allestimenti in grado di donare ai visitatori anche suggestioni sulla vita della comunità cittadina che ruotava intorno ai numerosi - a metà del 1800 ne furono censiti 35 - frantoi ipogei urbani.

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