Arriva sul tavolo dei Ministeri il progetto per l’eolico offshore che prevede 90 aerogeneratori tra Otranto e Santa Maria di Leuca.
L’iniziativa è nata dalla partnership tra Renantis e BlueFloat Energy, che hanno deciso di investire 4 miliardi di euro nel parco eolico marino denominato «Odra»: è stata così avviata la valutazione di impatto ambientale al Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica e al Ministero della cultura.
Il progetto prevede la collocazione di 90 aerogeneratori galleggianti per una capacità installata massima prevista di oltre 1300 MegaWatt, e una produzione attesa di circa 4 miliardi di kilowattora all’anno, equivalente al consumo di oltre un milione di famiglie italiane, evitando (come viene illustrato nella proposta) l’immissione in atmosfera di più di 2 milioni di tonnellate di anidride carbonica nello stesso periodo.
Lo studio per la redazione del progetto è durato oltre un anno e le società vogliono confrontarsi con i territori, gli «stakeholder», gli esponenti delle industrie locali, le aree portuali e le associazioni del settore della pesca. Uno dei primi passi è stato l’aumento del 30 per cento della distanza delle torri dalla costa, rispetto a quanto illustrato all’avvio dell’attività di «scoping» nel 2021.
«I mesi che hanno preceduto la finalizzazione dello studio di impatto ambientale - commenta Ksenia Balanda, direttore generale di Renantis-BlueFloat Energy partnership per l’Italia - ci hanno permesso di ottimizzare il progetto attraverso una serie di campagne ambientali e ingegneristiche dedicate, sia a terra che in mare aperto. Il risultato - sostiene - è un progetto ottimale da un punto di vista tecnico, ambientalmente sostenibile e di forte contributo alla crescita dell’economia locale. Per raggiungere l’obiettivo della prima produzione di energia entro la fine del decennio, continueremo a perfezionare tutti gli aspetti legati alla costruzione e all’esercizio del nostro parco eolico, assicurando fin d’ora le migliori soluzioni possibili. Manterremo il focus sui territori - assicura - dando priorità al coinvolgimento delle risorse e delle competenze locali, mettendo al centro il dialogo continuo con le istituzioni e le comunità. È grazie a queste interazioni che siamo stati in grado di ottimizzare il progetto, ed è con questo approccio collaborativo che intendiamo procedere puntando alla piena integrazione del parco eolico nel territorio del Basso Salento che ci ospita».
Secondo i primi dati trasmessi, il parco avrebbe una durata operativa di 30 anni e fornirebbe fino a 4mila posti di lavoro diretti e indiretti, di cui almeno 1500 nella fase di produzione, assemblaggio e costruzione, e 150 permanenti.
Le reazioni non si sono fatte attendere e c’è già chi annuncia battaglia. «Continueremo con forza a ribadire quanto affermiamo dal primo momento - dice il vicesindaco di Castro, Alberto Antonio Capraro - il nostro territorio non è in vendita e non concederà la realizzazione di uno scempio insostenibile sul piano economico, sociale e ambientale. A breve verranno pubblicati i documenti che consulteremo, per proseguire l’impegno teso ad impedirne la realizzazione».