LECCE - Sfumano i 142 milioni di finanziamento finalizzato alla costruzione dell’ospedale Sud-Salento e il consigliere regionale Fabiano Amati invoca una cabina di regia composta da politici regionali e nazionali affinché si lavori a un emendamento che consenta di prorogare i termini per l’ottenimento delle risorse essendo il termine scaduto per decorrenza dei termini. Ma Palese non ci sta e smentisce che i fondi siano persi perché «i finanziamenti non sono in pericolo e le procedure saranno eventualmente riproposte». Insomma i termini previsti per l’erogazione dei fondi sono scaduti, ma c’è sempre la possibilità di «ripescaggio», questo il senso del discorso dell’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese. A incidere su questa ennesima fumata nera sicuramente l’individuazione di un lotto che presenta molte criticità sotto il profilo urbanistico. Dalla interferenza con la condotta Aqp, a quella con una viabilità secondaria della 275, alla laboriosità di una soluzione per il terzo accesso all’ospedale che ora vede coinvolte oltre ad Acquedotto pugliese anche le Ferrovie. Insomma una progettazione che ormai è un rompicapo degno di una scatola cinese.
Finanziamento sfumato, secondo Amati «per sottovalutazione dei termini di scadenza da parte delle burocrazie sanitarie a tutti i livelli, impegnate a schivare i controlli temporali stringenti della I Commissione o a trovare sempre una giustificazione nuova per farsi assolvere dagli inadempimenti, per cui - alla fine - è sempre colpa degli altri. Solo nell’ambito delle burocrazie, in particolare quelle sanitarie, non si ha la consapevolezza dell’importanza del tempo e delle scadenze, perché alla violazione del proprio dovere non corrisponde mai una responsabilità disciplinare o risarcitoria. Questo atteggiamento, di per sé grave in ogni ambito, assume caratteristiche tragiche nella sanità, perché i nuovi ospedali servono a salvare la vita delle persone, emancipando un’intera Regione da notevoli privazioni di assistenza per inadeguatezza delle strutture». Amati sottolinea la sua amarezza per l’occasione mancata «che si somma a quella della lievitazione dei costi che dovevamo già fronteggiare, ora bisogna correre nel cercare una soluzione per salvare il finanziamento iniziale. La più immediata delle soluzioni è la stessa usata qualche anno fa per i nuovi ospedali di Monopoli-Fasano e Taranto, mettendo in campo una vera regia tra esponenti politici regionali e nazionali: un emendamento di proroga del temine scaduto, il cui testo basta ricopiarlo, sostenuto da tutti i parlamentari pugliesi». E Palese si inalbera puntando il dito sulla complessità degli iter burocratici: «Non è saltato alcun finanziamento statale per i nuovi ospedali pugliesi, come quello di Andria o di Melpignano.
La questione è nota e monitorata dall’assessorato e dalle aziende sanitarie. Sono note le difficoltà relative alla progettazione per l’ospedale di Andria e per alcuni contrattempi che richiedono il coinvolgimento di Acquedotto e Ferrovie per quello di Melpignano. Se ne è discusso ampiamente in commissione e la Regione vuole proseguire nel programma di costruzione dei nuovi ospedali, non occorre ricorrere ad annunci allarmistici. I finanziamenti non sono in pericolo e le procedure saranno eventualmente riproposte. Io stesso fui comunque tra i firmatari dell’emendamento che permise la proroga dei finanziamenti per l’ospedale di Monopoli-Fasano, di prossima apertura. Auspico che per non perdere tempo ci sia di nuovo una maggioranza bipartisan per prorogare questi accordi di programma in scadenza, magari in sede di approvazione del Milleproroghe, per non ricorrere alla riproposizione della procedura degli accordi. Osservo però che la disciplina che regolamenta l’edilizia sanitaria risale al 2001: sarebbe tempo di cambiarla, come sollecitano tutte le Regioni, in quanto la complessità di progettazione e di realizzazione di opere come i moderni ospedali, con normative di esecuzione che cambiano o con difficoltà progettuali che mal si connettono con la normativa e con la necessità di fare presto e bene. Per questo altre opere pubbliche come quelle per il Pnrr hanno procedure più snelle e in tal senso andrebbe modificata la normativa nazionale di finanziamento, come è stato chiesto in conferenza Stato-Regioni».
Sulla questione interviene anche il consigliere regionale Paolo Pagliaro: «Tre anni persi nel pantano della burocrazia regionale, sanitaria e non solo, e si rischia di perdere il finanziamento statale di 142 milioni per la realizzazione del nuovo ospedale del Sud Salento. La notizia, comunicata il 27 dicembre da Roma, è una doccia gelata per la sanità pubblica del nostro territorio, tanto accidentata e bisognosa di servizi moderni ed efficienti». «Di fronte alla prospettiva di definanziamento del nuovo ospedale Maglie-Melpignano - aggiunge Pagliaro - lascia davvero basiti la reazione serafica dell’assessore alla salute Rocco Palese che, anziché fare ammenda, minimizza e dice che i soldi stanziati dal Governo potranno essere riacciuffati in extremis, chiedendo una proroga del cronoprogramma o riproponendo la procedura. Questo però vuol dire che l’iter deve ripartire da zero, con una perdita di tempo di tre anni. E chi pagherà per questo ritardo?».