SANITA'

Da Lecce a Dallas, la Asl rimborsa i costi di un’operazione all’estero

Maddalena Mongiò

Versati 26mila euro nonostante dal «Perrino» avessero negato il consenso. La questione pende anche davanti al Tar, i giudici hanno fissato l’udienza di merito per il prossimo 5 marzo

La Regione non esprime parere, il Tar fissa la trattazione nel merito in data successiva ad un intervento chirurgico, così la Asl di Lecce si trova a dover rimborsare più 26 mila euro a un paziente che ha inteso operarsi all’estero nonostante il Centro regionale di riferimento del “Perrino” di Brindisi - reparto di Ortopedia avesse dato diniego alla richiesta dell’assistito residente in provincia di Lecce. Un classico caso all’italiana, quindi.

Per l’intervento chirurgico, il secondo che il paziente ha subito nei Centri Altamente Specializzati in America “Texas Health - Join Replacement Surgery Center - Sports Medicine” e “UT Southwestern Moncrief” di Fort Worth – Texas, l’interessato ha presentato una nota spese di 50.117,52 euro di cui 5.430 per due biglietti (per il paziente e un accompagnatore) Brindisi/Dallas e ritorno. Il giudizio è ancora pendente dinanzi al Tar, ma intanto la Asl ha deciso di versare la sua compartecipazione alle spese in quanto il giudice amministrativo, fissando nel merito l’udienza al 5 marzo 2024 ha stabilito di accogliere: “...la domanda cautelare proposta dalla parte ricorrente e per l’effetto: sospende l’efficacia dei provvedimenti impugnati e consente, in via cautelare, l’effettuazione dell’ulteriore intervento chirurgico all’estero di che trattasi in regime assistenziale in forma indiretta a carico del S.S.N.; fissa per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 5 marzo 2024. Compensa le spese della presente fase cautelare del giudizio”».

In pratica la Asl deve anticipare la sua compartecipazione (al netto del biglietto per l’accompagnatore non accordato, al momento, dal giudice, tranne poi rivalersi, con tutto quel che comporta in termini di spese e carico burocratico, in caso di vittoria in giudizio.

Il diniego del Perrino è motivato sulla base del fatto che «il primo intervento eseguito e regolarmente autorizzato non è stato risolutivo e quindi è da considerarsi un fallimento». E non solo. Viene messa in discussione anche la prescrizione medica che attesta la necessità di ulteriore trattamento all’estero in quanto il medico prescrittore «non è specialista nella metodica artroscopica per il trattamento delle patologie complesse del ginocchio». Il Centro regionale di riferimento del “Perrino” di Brindisi - reparto di Ortopedia, nel formulare il diniego consiglia al paziente una «valutazione clinica per eventuale trattamento chirurgico in Italia presso i seguenti Centri: dottor Claudio Zorzi ospedale Don Calabria, Verona; dottor Massimo Berruto, Milano presidente Siagascot».

Quest’ultima è la Società Italiana di Artroscopia, Ginocchio, Arto Superiore, Sport, Cartilagine, e Tecnologie Ortopediche, di respiro scientifico internazionale, ma il paziente ha preferito Dallas e ora il giudice del Tar dovrà decidere se effettivamente fosse indispensabile la trasferta all’estero.

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