LECCE - In merito alla vicenda della giovane Amina Milo che è incarcerata in Kazakistan «stiamo seguendo e la nostra ambasciata ha fatto tutto il possibile, ci sono state decine e decine di telefonate con la famiglia e interventi, visite». Lo ha spiegato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a margine di un evento a Milano.
«La nostra ambasciata sta facendo tutto il possibile e stiamo seguendo la vicenda, speriamo che possa uscire quanto prima dalla detenzione - ha concluso -. Faremo verificare tutto ciò che è accaduto, questo non è un tema che è stato preso sotto gamba dalla nostra ambasciata».
Sulla vicenda si è pronunciato anche il padre della ragazza: «Mia figlia è segregata ormai da mesi. È dimagrita e non sta bene e soffre per un arresto compiuto senza alcuno straccio di prova. Temo per la sua vita», ha spiegato Sergio Milo. La ragazza di 18 anni cresciuta in Salento, è in carcere dal 16 giugno scorso in Kazakistan dove è accusata di traffico internazionale di droga. «Ho paura che le facciano del male - ha sottolineato il padre di Amina - lì hanno tentato anche di stuprarla».