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Lecce, abusivismo: eseguite 128 demolizioni su 766 ordinanze
Lecce, i dati allarmanti di Legambiente dal 2004 al 2022
LECCE - L’abusivismo edilizio è ancora nodo centrale. Come lo è la risposta delle istituzioni anche a fronte dell’individuazione degli immobili messi in piedi illecitamente. A dirlo, l’edizione annuale del report “Abbatti l’abuso“ di Legambiente, in cui sono condensati dati e osservazioni sulle mancate demolizioni degli immobili costruiti abusivamente dopo la scadenza - nel 2023 - del terzo e ultimo condono edilizio.
Dati allarmanti per quasi tutte le province: e quella di Lecce non fa eccezione. Anche se qui, al pari degli altri dati, occorre considerare la relatività di una elaborazione che sconta un deficit in termini di risposte: su 96 comuni, solo 25 hanno consentito l’accesso agli atti. Sintomo, questo, di una generale refrattarietà a consegnare la documentazione necessaria ad affrontare analiticamente e numeri alla mano un tema centrale oramai da decenni.
Delle 766 ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2022 in provincia di Lecce solo 128 sono quelle seguite. In percentuale il 16.7 per cento sul totale. Poche, al pari del dato riferito alle altre regioni analizzate. Così come bassi sono gli altri indici considerati per tracciare un quadro riferito alle pratiche di abusivismo. A partire dalle iscrizioni al patrimonio del Comune: il numero di trascrizioni degli immobili abusivi nel patrimonio dei comuni resta basso e in taluni casi inesistente. Come in provincia di Lecce, dove su 766 ordinanze di demolizione emesse dal 2004 al 2022 solo 28 immobili abusivi sono stati trascritti al patrimonio immobiliare: il 3.7 per cento, malgrado le prescrizioni di legge. La procedura, a norma, prevede infatti che, in caso di mancata demolizione entro i 90 giorni dall’ingiunzione, ci sia l’acquisizione automatica e gratuita al patrimonio comunale delle opere e dell’area di sedime, per una superficie massima di dieci volte la superficie dell’abuso.
Ma la forma, si sa, non è sempre sostanza: e così i Comuni non procedono con le trascrizioni, nonostante - come ricorda Legambiente - l’accertamento della mancata demolizione costituisca pieno titolo per il passaggio di proprietà e per la successiva trascrizione nei registri immobiliari. Il tutto a fronte di una impunità nell’inerzia: non vi sono, infatti, in caso di inerzia degli enti, particolari sanzioni, se non per qualche sporadico caso in cui, afferma Legambiente, «la Corte dei conti ha calcolato e addebitato al Comune il danno erariale dovuto alla mancata acquisizione o all’occupazione illegale da parte degli ex proprietari».
Restano bassi anche i dati legati alla trasmissione alle prefetture delle ordinanze non eseguite. Il legislatore ha previsto, infatti, che vengano trasmesse ai prefetti le pratiche relative alle ordinanze che il Comune non è stato in grado di eseguire perché se ne occupi l’ufficio decentrato dello Stato. Ma i numeri trasmessi dagli uffici comunali restano bassi, anche nel leccese: su 766 ordinanze emesse solo 36 le pratiche trasmesse al prefetto: il 4.7 per cento. Il tutto con la relatività di cui si diceva: una scarsa trasparenza che non rende possibile un quadro completo della situazione.