Il rogo

In fiamme a Miggiano gli alberi simbolo della «rinascita» del Salento

Incendiari in azione nel terreno Kurmuni: distrutti 9 ulivi secolari e il 20 per cento delle nuove piantumazioni. I volontari: «Non ci arrendiamo»

MIGGIANO - In una estate già flagellata dagli incendi, molti dei quali dolosi, si aggiunge l'ennesimo atto criminale. Stavolta ad essere colpito è stato il fondo «Kurmuni», a Miggiano. Il fuoco è stato appiccato pochi giorni fa, in un terreno simbolo per l'associazione «Manu manu riforesta».

«È qui - spiega Vito Lisi, vice presidente dell'associazione - che sono state fatte le prime piantumazioni comunitarie, da qui è cominciata la visione di un cerchio rosso da andare a ripopolare con la biodiversità» dopo la devastazione dell'ambiente e del paesaggio salentino causata dal disseccamento di milioni di ulivi.

Il bilancio dell'incendio è sconfortante: nove ulivi secolari bruciati e il 20% delle nuove piantumazioni gravemente compromesse, circa 200 piante, tutte della macchia mediterranea e resistenti al fuoco . «Ma da qui ripartiamo - assicura Lisi - con più solerzia e impegno. Difficile dire cosa è sopravvissuto, quali alberelli torneranno a mostrare le proprie gemme, la terra ci riserva tante sorprese. Certo, abbiamo subito un lutto».

La situazione generale nel Salento, rispetto agli incendi, è critica. Non sono solo gli alberi a bruciare. È l'ossigeno del futuro che viene distrutto, l'eredità delle future generazioni.  «Siamo sotto attacco - conferma Lisi - la mancanza di un efficace piano regionale di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi si ripercuote su tutto il territorio». Ma il morale resta alto, «noi cerchiamo di rimanere lucidi e di rinascere dalle ceneri. Stiamo programmando interventi di rimozione del bruciato per predisporre successivamente nuove piantumazioni collettive».

La denuncia ai carabinieri forestali è stata fatta, qualcuno, sul web, ha già dato la propria adesione per contribuire alla rinascita dell'area incendiata. «Tutti presenti, e con la zappa in mano».

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