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Lecce, operazione della Gdf per reati contro la pubblica amministrazione, 3 arresti e 51 indagati.

 
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Amiu, parcelle d’oro: a Taranto scatta l’inchiesta

Due i filoni di indagine, coinvolti anche rappresentanti delle forze di Polizia. Ai domiciliari un funzionario in pensione della Regione e due imprenditori

Martedì 12 Settembre 2023, 10:58

16:01

LECCE - La Finanza ha posto ai domiciliari Antonio Vincenzo Salvatore Fasiello, funzionario in pensione del settore Riforma fondiaria della Regione Puglia, e gli imprenditori Emanuele Piccinno di Gallipoli e Cesario Faiulo di Presicce.

Rientrano tra le misure cautelari personali e reali che da stamattina sta eseguendo la Guardia di finanza emesse dal gip di Lecce, su richiesta della locale Procura, nei confronti di 10 persone indagate, a vario titolo, di associazione per delinquere, reati contro la pubblica amministrazione, contro la fede pubblica e l'amministrazione della giustizia, accesso abusivo a sistema informatico e di reati edilizi ed ambientali. Tra questi figurano anche due carabinieri.

Vengono inoltre notificate ulteriori 41 informazioni di garanzia nei confronti di persone indagate, tra cui vi sono anche un carabiniere, un poliziotto e un finanziere in congedo. Le indagini, svolte dai finanzieri della compagnia di Gallipoli hanno portato alla luce due distinte e parallele tipologie di illeciti.

Nel primo caso risultano coinvolti due imprenditori, con rilevanti interessi economici nella zona di Gallipoli, che si sarebbero serviti di tecnici e pubblici funzionari comunali che favorivano l’approvazione di progetti di espansione nel settore dell’edilizia e del turismo. In quest’ambito sarebbero coinvolti due carabinieri che, in cambio di utilità, avrebbero rivelato agli imprenditori informazioni coperte da segreto d’ufficio apprese anche attraverso l’accesso abusivo ai sistemi informatici.

Il secondo filone d’indagine riguarderebbe invece alcuni casi di mala gestione della cosa pubblica inerenti la dismissione dei beni - ex Ersap (Ente Regionale di Sviluppo Agricolo della Puglia) da parte di un funzionario della Regione Puglia, ora in pensione, che era in servizio presso il settore riforma fondiaria, il quale, insieme con altri collaboratori, tramite procedure illegittime, avrebbe favorito l’assegnazione di importanti immobili di proprietà Regionale a persone a lui vicine a prezzi di favore. I finanzieri stanno anche sequestrando denaro ritenuto provento della corruzione, beni mobili, immobili ed attività economiche, del valore stimato di oltre 30 milioni di euro.

Nell’ambito dell’inchiesta, tre persone, tra le dieci destinatarie di misure cautelari personali, sono finite agli arresti domiciliari. Si tratta, come già detto, di due imprenditori di Gallipoli, Emanuele Piccinno 46 anni, che all’epoca dei fatti era assessore comunale al turismo, e Cesario Faiulo 57 anni, due nomi molto conosciuti e in passato coinvolti in altre vicende giudiziarie, e un ex funzionario regionale, Vincenzo Fasiello , di 69 anni, di Lecce, accusato di aver assegnato direttamente a conoscenti dietro soldi o varie regalie alcuni beni immobili della ex riforma fondiaria a prezzi di favore, senza fare ricorso a procedure di evidenza pubblica.

Tra i destinatari delle altre misure personali eseguite dai finanzieri compaiono anche due carabinieri (Corrado Salvatore e Vincenzo Zuccheroso) in servizio per i quali è stata disposta la sospensione del pubblico ufficio e il divieto di dimora nel comune di Gallipoli. Sono accusati di avere rivelato informazioni coperte dal segreto d’ufficio, in cambio di soldi e benefit, cene, soggiorni in strutture ricettive o assunzioni di familiari e parenti, e di avere anche messo in atto controlli mirati a mettere in difficoltà le attività concorrenti a quella dell’amico imprenditore. Nell’inchiesta risultano indagati anche un terzo carabiniere, un poliziotto e un finanziere in congedo.

Le altre misure cautelari riguardano un funzionario dell'Agenzia delle Entrate, Franco De Matteis destinatario di interdizione, l'architetto Cosimo Giungato, interdetto dalla professione e con divieto di dimora a Gallipoli, interdizione dalle attività economiche per Ivan Giaccari, Giovanni Bianco e Vito Antonio Greco. 

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