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Carcere pieno a Lecce, l'Osapp chiede: Riaprite quello di Maglie»

 
Mauro Ciardo

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Mauro Ciardo

Lecce, portava droga in carcere nascosta nelle scarpe: arrestato

Il sindacato di categoria dei penitenziari preoccupata dal sovraffollamento. «La casa mandamentale ormai chiusa sarebbe una valvola di sfogo»

Lunedì 28 Agosto 2023, 13:35

LECCE - «Riaprire il carcere mandamentale di Maglie per sfoltire quello di Lecce oggi strapieno».

È la richiesta giunta dall’organizzazione sindacale di polizia penitenziaria Osapp, attraverso il segretario regionale Ruggero Damato, che in una nota sottolinea le criticità legate al sovraffollamento delle strutture carcerarie. «In Puglia - osserva Damato - si è assistito alle chiusure di molte case mandamentali, con alcuni comuni che le hanno utilizzate per allocale sedi di polizia locale e altro, concentrando i detenuti in strutture oggi super affollate».

Da qui una proposta. «La riapertura della casa mandamentale di Maglie sarebbe propedeutica allo sfoltimento del carcere di Lecce e ne rappresenterebbe la valvola di sfogo - spiega Damato - dal Capo di Leuca al penitenziario leccese ci sono circa 100 chilometri, che devono essere percorsi dalle forze di polizia in caso di arresto. La collocazione di Maglie è strategica proprio nel mezzo di una provincia così vasta, dove vi è solo un penitenziario. Sarebbe auspicabile attivare forme risarcitorie nei confronti di chi subisce un reato, attraverso lavori di pubblica utilità, ma se l’intenzione è quella di spostare detenuti con residuo pena basso, con reati non di allarme sociale, invece di prevedere a riconvertire caserme - suggerisce - si prenda in considerazione la nostra proposta».

Sulla questione sicurezza nelle carceri è intervenuto anche il segretario nazionale Osapp Leo Beneduci, che punta il dito contro le criticità riscontrate dagli agenti della penitenziaria, costretti a subire aggressioni quasi quotidianamente. «Malgrado innumerevoli inviti rivolti come sindacato ai responsabili del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) - stigmatizza il leader dell’Osapp - nulla viene fatto, mentre gli appartenenti alle altre forze di polizia, a propria tutela e nel rispetto delle regole di legalità, possono impiegare taser o fasce di contenzione in veltro, invece mai previsti per i poliziotti penitenziari che sono costretti ad intervenire, se del caso, a mani nude. Hanno in dotazione caschi obsoleti, scudi e manganelli di difficile utilizzo». Beneduci ha anche annunciato le future azioni dell’Osapp. «Abbiamo preannunciato al capo dell’Amministrazione penitenziaria, che nella perdurante assenza di provvedimenti intraprenderemo le necessarie azioni a supporto delle iniziative di rivalsa e di risarcimento del personale. Con ulteriore comunicazione - conclude Beneduci - rivolgeremo appello al Presidente della Repubblica affinché l’attenzione sulle inaccettabili condizioni delle carceri sia rivolta anche alla situazione di insostenibile disagio del personale di polizia penitenziaria».

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