Il caso
Lidi abusivi, sindaco di Salve minacciato dopo i controlli: «Stato assente»
L'appello del primo cittadino aggredito verbalmente. Sui 12 chilometri di costa di sua competenza è tutto un proliferare di attività prive di ogni autorizzazione
SALVE - Il sindaco viene minacciato per gli interventi contro gli stabilimenti balneari abusivi, e l’amministrazione chiede l’intervento diretto dello Stato.
Si sta facendo sempre più incandescente la situazione sul litorale salvese, dove il Comune sta lottando contro le situazioni di abusivismo, al fine di garantire la libera fruizione dei tratti non dati in concessione. Nei giorni scorsi, stando a quanto lamentato, un dipendente di un lido si sarebbe scagliato contro il portone di casa del primo cittadino Francesco Villanova, sbattendo i pugni, prima di offenderlo verbalmente una volta sceso in strada.
Ora l’amministrazione, attraverso il vicesindaco Giovanni Lecci, chiede che a intervenire sia lo Stato. «Non ne possiamo più – stigmatizza Lecci - a Salve stiamo vivendo una situazione paradossale, siamo continuamente minacciati perché vogliamo difendere la legalità. Il territorio della nostra città comprende 12 chilometri di costa, in larga parte accessibile e adatta alla balneazione – ricorda - e nel periodo estivo la quasi totalità di questa zona è occupata dall’esercizio delle attività balneari e fin qui tutto sarebbe normale, ma non lo è, perché la maggior parte di queste attività sono abusive. Quotidianamente – osserva - vengono violate le norme che disciplinano l’attività di noleggio di attrezzature balneari che vengono, in modo abusivo, posizionate sulle porzioni di spiaggia libera, trasformata in veri e propri stabilimenti balneari che sulla carta non esistono, senza nessuna autorizzazione, danneggiando così la collettività e dunque tutte le persone che vorrebbero usufruire in modo normale di quelle spiagge».
Veniamo all’episodio di minaccia al sindaco. «Purtroppo noi non riusciamo più a controllare il fenomeno che sta degenerando in episodi che potrebbero ulteriormente aggravarsi - è l’inciso di Lecci - in questi giorni i nostri vigili sono andati per i dovuti controlli facendo smontare questi lidi. Il gestore di uno di questi si è opposto in maniera aggressiva, a tal punto che uno dei dipendenti è andato a casa del sindaco e ha sbattuto i pugni contro il suo portone e subito dopo, quando il sindaco è uscito, lo ha offeso pesantemente. Un episodio gravissimo che si aggiunge ad una situazione insostenibile».
Da qui l’appello.
«Ci teniamo ad esprimere tutta la nostra solidarietà al Comando di polizia municipale di Salve che giornalmente affronta questi problemi in modo equo. La nostra amministrazione vive nella paura di subire gesti violenti e non ne possiamo più. Abbiamo scritto anche al Ministro dell’Interno comunicando con una pec la gravità della situazione - fa sapere il vicesindaco - e abbiamo chiesto un intervento dello Stato in modo da poter ripristinare la legalità nella nostra zona che al momento possiamo, tristemente, definire zona franca dove regna l’anarchia nonostante i continui controlli. Auspichiamo un tavolo di lavoro – conclude - che sia pragmatico in modo da poter studiare le strategie risolutive a questo problema».