Mercoledì 22 Ottobre 2025 | 14:27

Minori in chat con armi e molotov: perquisizioni anche a Lecce

Minori in chat con armi e molotov: perquisizioni anche a Lecce

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

polizia postale

La scoperta su Telegram degli investigatori del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Milano. I messaggi: «Io sono andato a scuola col coltello, ho rischiato»

Giovedì 29 Giugno 2023, 20:58

MILANO - Foto di pistole impugnate, primi piani di coltelli, istruzioni e consigli su come fare piccoli ordigni artigianali e molotov: era questa la passione sfrenata verso le armi che accomunava svariate decine di ragazzi, otto dei quali, tutti minorenni, sono stati indagati dalla Polizia postale. E alcuni di essi, postando un revolver o magari un pugnale, non esitavano a raccontare di averli «portati a scuola».

È questo quanto scoperto su Telegram dagli investigatori del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Milano dopo svariati mesi di indagini, tra ottobre 2022 e febbraio 2023, e che oggi insieme alla Digos hanno eseguito otto perquisizioni in sette città: Milano, Treviso, Pisa, Avellino, Lecce, Sassari e Nuoro, sequestrando coltelli, tirapugni, oggetti e sostanze chimiche usate per costruire piccoli ordigni.

Ritrovamenti che sostanziano e rendono quantomeno credibili le affermazioni fatte da alcuni di loro sul web, cioè di aver portato a scuola armi, vere o a salve.

«Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano [...] io sono andato con un multitool con coltello, rischiato molto di andare al minorile [...] Io portavo quello a scatto nel giubbino».

E ancora qualcuno chiedeva consigli per confezionare oggetti molto pericolosi: «Avete mai fatto una molotov? io si [...] martedì provo a fare del napalm [...] Qualcuno ha un video Tutorial per un detonatore?

«Gli internauti - si legge in una nota - nelle chat affermavano di andare in giro con coltelli e a volte persino con pistole a salve e pubblicavano foto e video che mostravano armi da taglio, da sparo e da softair, esposte in posa o durante l’effettivo utilizzo. Nelle loro discussioni su Telegram richiedevano informazioni e consigli su come confezionare molotov, esplosivi e detonatori, pubblicando anche foto degli ordigni realizzati».

«Non abbiamo elementi per dire se abbiano o meno portato in classe alcuni di questi oggetti pericolosi - spiega Tiziana Liguori, dirigente della Polizia postale e delle telecomunicazioni della Lombardia - ma di certo aver trovato riscontro nelle perquisizioni lo rende per lo meno possibile». Il 29 maggio scorso uno studente di Abbiategrasso (Milano) ha accoltellato la sua professoressa di italiano portando a scuola, appunto, un pugnale e la replica di una pistola.

Il fenomeno dei siti e più di recente delle chat in cui giovani e giovanissimi parlano di come fare 'trap' (piccoli ordigni artigianali) o anche delle molotov, è noto da anni, ed è andato aumentando con l’avvento delle 'replichè (pistole con le stesse misure, pesi e materiali di quelle vere ma non funzionanti) e con le armi da softair, di libera vendita, spesso esibite come trofei in foto e video. Ora sarà l’autorità giudiziaria per i minorenni a valutare se e quali provvedimenti adottare. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)