Lo scenario
Cantieri quasi fermi: è allarme nel Salento
Brusco stop dell’edilizia che sembrava il settore trainante
LECCE - Cantieri quasi ovunque fermi con effetto domino sull’economia salentina. Il settore delle costruzioni ha rappresentato, infatti, il principale traino della ripresa dopo la pandemia. Ma l’improvviso stop allo sconto in fattura ha determinato la fine degli interventi di ammodernamento degli edifici. Non si sta più dando seguito alle Cilas («comunicazione di inizio lavori asseverata» che è un titolo abilitativo per dare avvio ai lavori) già presentate agli uffici tecnici comunali .
Sono sospese le operazioni di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli immobili, creando un effetto domino diretto ed indiretto sugli altri comparti. I risultati negativi registrati dal comparto «casa» stanno trascinando al ribasso tutti gli indicatori che erano in progressivo recupero dopo la pandemia.
Lo rileva Davide Stasi, responsabile dell’Osservatorio economico Aforisma e cultore della materia in Economia politica all’Università del Salento.
«Lo sconto in fattura e la cessione del credito non sono più consentiti e da allora sono pochi gli interventi di isolamento termico o di sostituzioni di vecchie caldaie con quelle meno energivore - spiega Stasi - In calo anche l’acquisto di mobili, mentre vanno in controtendenza soltanto gli impianti fotovoltaici e gli infissi (porte e finestre a doppio o triplo vetro). Senza una prospettiva concreta di incentivi nuovi o rivisti nei parametri, il settore rimane paralizzato. Intanto l’inflazione continua ad influenzare i comportamenti di spesa che restano improntati alla prudenza mentre i redditi crescono meno dei prezzi dei beni di consumo».
In termini numerici, ecco gli effetti delle norme che negli ultimi mesi hanno limitato e ridotto, fino a bloccare del tutto, la possibilità di utilizzare le detrazioni del Superbonus nelle abitazioni monofamiliari.
Ad aprile, rispetto alla rilevazione del mese precedente la crescita del numero di asseverazioni è stata del +0,9 per cento (era stata il +4,9 per cento il mese precedente), dunque in forte contrazione. Nel mese di aprile si è registrato un incremento del +2,6 per cento degli investimenti (era stato il +6,2 per cento il mese precedente) e del +3,3 per cento della spesa effettivamente realizzata (era stata +9,2 per cento il mese precedente).
Complessivamente al 30 aprile 2023, in Italia, gli interventi asseverati nei condomini sono pari a 61.243 (2.020 in più del mese precedente) per un totale di 37,2 miliardi di investimenti ammessi a detrazione e 26,7 miliardi di spesa già realizzata, in aumento del 3,4 per cento sul mese precedente e del 152 per cento rispetto al dato di fine aprile 2022, con una crescita mensile del 4,8 per cento degli investimenti e del 5,3 per cento della spesa effettivamente sostenuta.
Gli edifici unifamiliari nonostante tutto rimangono il principale segmento tipologico per le asseverazioni, pari al 57,1 per cento del totale, ma raccolgono il 35,5 per cento degli investimenti e il 38,8 per cento della spesa realizzata, mentre le unità immobiliari funzionalmente indipendenti rappresentano il 27,9 per cento delle asseverazioni, il 14,7 per cento degli investimenti e il 16,6 per cento della spesa realizzata.
Il nuovo indicatore, introdotto il mese scorso, che monitora gli investimenti ancora da realizzare sui lavori asseverati, indica un totale di 14,7 miliardi ancora da spendere e rendicontare, dei quali 10,4 relativi ai condomini; 3,3 alle unifamiliari e un altro per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.