È stupefacente ammirare, seppure in video, Nicoletta Manni danzare nella coda del cigno nero 32 fouettés così veloci da restare incantati per tecnica impeccabile e virtuosismo sostenuto: a questo rigore esecutivo la prima ballerina del Teatro alla Scala di Milano dal 2014 lega un’intensità interpretativa talmente espressiva da permettersi di interpretare ruoli diversissimi spaziando dai titoli più celebri del repertorio classico fino agli attesissimi galà organizzati da Roberto Bolle.
Nicoletta Manni, 1991, è nata e cresciuta a Santa Barbara, frazione di Galatina in provincia di Lecce. Inizia a studiare danza piccolissima a due anni nella scuola di danza della mamma e a 13 anni viene ammessa alla Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala di Milano, nella quale si diploma nel 2009. Inizia quindi da qui la sua carriera di danzatrice professionista, entrando a 17 anni nello Staatsballet di Berlino diretto da Vladimir Malakhov. Torna poi in Italia nel 2013, proprio alla Scala, su invito dell’allora direttore Makhar Vaziev e all’età di soli 22 anni viene nominata Prima Ballerina del Teatro alla Scala di Milano: da quel momento è indiscussa protagonista sia sul palco scaligero che in tournée. La raggiungiamo a Milano, la sua adorata città dove vive in zona Navigli.
Lei ha dichiarato “Il mio sogno è ogni giorno” e tra un anno festeggerà 10 anni in Scala. Ci racconti il suo bilancio.
Dieci anni sono volati. Dopo aver lavorato a Berlino perché da minorenne non potevo farlo in Italia, sono tornata a Milano. Da quando sono rientrata alla Scala in un solo anno ho avuto la possibilità di confrontarmi con i ruoli da prima ballerina, ho danzato ne “Il Lago dei cigni”, il mio un sogno nel cassetto da quando ero bambina, e sono stata nominata prima ballerina a soli 22 anni; questo è stato in realtà un punto di partenza perché da lì è iniziata la mia bellissima storia personale. Ogni giorno mi sorprende e spero che il futuro mi riservi ancora tanto.
Il primo marzo per la prima volta è andato in diretta il balletto “Le Corsaire” di Manuel Legris sul canale LaScalaTv. Come è cambiato il rapporto con il pubblico e con i fruitori del balletto classico nell’era del web e social?
Abbiamo danzato in diretta streaming ed è stata una bellissima esperienza a cui la pandemia ci aveva un po’ abituati perché durante il lockdown abbiamo danzato senza il pubblico in sala. I social e il web hanno dato un grandissimo aiuto al mondo dell’arte al mondo del teatro ed è avvenuto l’opposto di ciò che temevamo perché dopo questi anni dolorosi il teatro è ormai sempre pieno, segno di un grande desiderio di bellezza. Abbiamo avuto una risposta straordinaria e un interesse maggiore grazie ad iniziative come la come la docu-serie “Corpo di ballo - L’avventura di Giselle alla Scala” e le serate dedicate a spettatori under 30: questa è una delle più grandi gratifiche per un artista.
Ancora negli occhi e nel cuore la dichiarazione d’amore che il suo fidanzato Timofej Andrijashenko le ha dedicato a Verona davanti a 13.000 spettatori. Abbiamo sognato con lei. Nozze in vista?
La dichiarazione d’amore ha fatto sognare in primis me che ero totalmente inconsapevole e non mi sarei mai aspettata una dichiarazione così bella, così grande, così unica, così vera. Per noi il palcoscenico è la seconda casa per cui l’idea di condividere questo momento con tutti è stato davvero unico. Le nozze sono in vista, accadranno molto presto. (ndr. Indiscrezioni indicano le stelle cadenti del 10 agosto come testimoni di nozze in Puglia)
Da Santa Barbara a Milano, via Berlino. Quale Salento porta nel suo beauty case?
Sono innamorata del Salento e mi manca sempre. Insieme al mio carattere porto in scena sempre un po’ della mia terra, della nostra tradizione, del nostro essere generosi, calorosi, persone di cuore e di talento con l’umiltà che ci contraddistingue. Sono davvero molto orgogliosa di essere salentina.