LECCE - Minacce continue e altri episodi di violenza verbale e fisica nei confronti della compagna e dei figli di quest’ultima hanno determinato un provvedimento di allontanamento dalla casa dove vive la donna per un ingegnere di origini ucraine ma da tempo residente a Lecce.
Sembra che l’uomo - in una circostanza - abbia addirittura tentato di soffocare la compagna nel sonno, afferrandola per il collo. Fortunatamente, venne fermato dai figli e dell’ex convivente della donna, che sarebbero stati a loro volta minacciati di morte con un coltello. Stando alla denuncia, l’ingegnere - che ha 31 anni - assumeva da tempo atteggiamenti violenti in casa. La breve convivenza con la compagna era stata caratterizzata da vari episodi di ripetuta e ingiustificata violenza.
A quanto pare, spesso alzava il gomito e agiva sotto effetto di sostanze stupefacenti, secondo le accuse. Ecco perché si trasformava rendendosi protagonista di atti di rabbia e prepotenza che la giudice Francesca Mariano ha inserito nella sua ordinanza disponendo l’allontanamento dall’abitazione perché indagato di maltrattamenti in famiglia.
«Ha utilizzato violenza fisica e verbale senza ritegno verso la propria compagna, verso i bambini piccoli. Si è davanti ad uno scenario delirante dove la condotta illecita che può avere connotazioni anche più gravi di quelle elevate si caratterizza per una sfrontatezza nel dire e nel fare di tale imponenza che a stento è contenuta nel reato di maltrattamenti”, scrive - tra le altre cose - la giudice.
Numerose le aggressioni ai danni della compagna anche dopo banali liti. In qualche circostanza sono anche intervenuti i poliziotti per cercare di riportare la calma. L’ingegnere pretendeva anche dei soldi: «Ti ucciderò, mi devi dare 35mila euro a rate da 5mila euro al giorno a partire da oggi altrimenti non ti farò più vedere tuo figlio», avrebbe pronunciato in una circostanza.
Nel mirino, oltre la compagna, anche i figli di quest’ultima, avuti da una precedente relazione. «Ti odio, per me potete anche morire», avrebbe detto, secondo le accuse. In qualche caso li avrebbe anche colpiti e una volta alla femminuccia avrebbe addirittura gettato addosso un televisore.
Poi, finalmente, la denuncia e la successiva inchiesta affidata alla Polizia. Inchiesta che si è chiusa - per il momento - con l’allontanamento dalla casa familiare. L’ingegnere, difeso dall’avvocata Roberta Capodieci, è stato nuovamente interrogato dal giudice ma ha preferito avvalersi della facoltà di non rispendere.