il caso
Gallipoli, imprenditore truffato da una falsa dipendente delle Poste
Aveva messo in affitto una villa a Baia Verde di Gallipoli ma a pagare era stato lui
GALLIPOLI - Aveva messo in affitto la sua villetta a Baia Verde di Gallipoli ma si è ritrovato truffato dall’aspirante locatario.
Vittima del raggiro un noto imprenditore di Lecce che aveva pubblicato il suo annuncio su u sito specializzato. Subito dopo fu contattato da una persona che si mostrava interessata e che invito il proprietario ad eseguire alcune operazioni al Postamat per l’accredito del denaro. Di fatto, anziché ricevere del denaro, furono i soldi del proprietario a finire nelle tasche del truffatore: esattamente sul conto della sconosciuta locataria che, per essere più convincente, si era spacciata per una dipendente di Poste Italiane.
Era luglio del 2020 quando l’imprenditore si rese conto del raggiro e sporse denuncia ai carabinieri. Gli investigatori avviarono le indagini e scoprirono che dietro quella truffa c’era un uomo, già noto per vicende analoghe e non certo dipendente delle Poste. Si trattava di F. A,., 47 anni della provincia di Bergamo. Nei suoi confronti è stata emessa sentenza dalla giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Roberta Maggio. Sconterà un anno e otto mesi di reclusione. In più dovrà pagare 500 euro di multa. Impostoanche il risarcimento del danno senza alcuna attenuante, considerando che si trattava dell’ennesimo episodio di cui il cittadino della Bergamasca si era reso responsabile. Risarcimento di 1000 euro come richiesto dall’avvocato Rozzo Rizzello che assisteva la parte civile.
L’imprenditore leccese era stato contattato telefonicamente da una donna interessata all’annuncio pubblicato sul web per l’affitto di una residenza estiva a Gallipoli, dal 18 al 25 luglio del 2020. L’accordo prevedeva il versamento di 500 euro con bonifico bancario, mentre la parte restante, di ulteriori 500 euro, avrebbe dovuto essere consegnata all’inizio della vacanza.
La donna si sarebbe offerta di versare l’intero importo tramite Postamat, secondo le sue direttive e per tranquillizzare il proprietarioi gli spiegò di essere una dipendente di Poste, quasi fosse una garanzia per evitare raggiri. Invece, raggiro era. L’imprenditore, seguendo telefonicamente le indicazioni, inserì la propria carta in uno sportello automatico di un ufficio postale, procedendo a effettuare due ricariche in favore di una carta prepagata. Quando capì che a pagare era stato lui, cerco di annullare l’operazione ma essendo giorno festivo non fu possibile. Pertanto, si recò in caserma per denunciare l’accaduto.