In provincia di Lecce

Salento, «Concessioni balneari, bene la proroga ora si pensi agli indennizzi»

Giuseppe Albahari

Un intero comparto tira un sospiro di sollievo: gravitano 4.500 persone. Sono più di 300 i balneari. La richiesta di Mauro Della Valle «Il Governo deve valutare il diritto all’indennizzo»

LECCE - Cauta, fiduciosa soddisfazione. Si possono sintetizzare così i sentimenti dei balneari salentini in merito alla concreta prospettiva che il governo proroghi di un anno le concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo; cui probabilmente si aggiungerà la possibilità di non smontare le strutture amovibili fino al 31 dicembre di quest’anno.

La materia è di forte impatto sul tessuto economico salentino, considerato che, tra i forse 450 concessionari, vi sono sicuramente oltre 300 balneari. La loro attività è stimato dia occupazione stagionale diretta ad almeno 4.500 persone, oltre quelle dell’indotto. A proposito del quale, Mauro Della Valle, presidente di ConfImprese Demaniali Italia, rimarca le interazioni dei lidi con la grande distribuzione, il turismo alberghiero, le aziende di servizi di intrattenimento e forse di salvamento, ora che il brevetto si può acquisire solo a 18 anni.

«La proroga è necessaria - commenta, in merito al provvedimento parlamentare - perché la politica proceda alla definitiva riforma del comparto balneare e demaniale in genere. In un’attività stagionale come la balneazione, un anno è un arco temporale breve che nulla toglie all’incertezza dell’imprenditore. Occorre invece stabilizzare le regole: in quest’anno, il governo deve procedere alla mappatura e valutare il diritto all’indennizzo. L’ideale sarebbe che il governo ragionasse in termini di Tud (Titolo unico demaniale), un’idea del presidente del Tar Lecce Antonio Pasca. Si tratta di una sorta di concessione demaniale integrata: se un imprenditore acquisisce un titolo concessorio, è necessario che lo stesso garantisca la funzione per cui è assentito, altrimenti la concessione stessa si svuota di efficacia. Solo così - conclude Della Valle - l’imprenditore eviterà di sprecare risorse e tempo nelle aule dei tribunali».

«Parliamoci chiaro: la proroga serve più al governo che ai concessionari», sostiene Sandro Portaccio, presidente provinciale del Sib-Sindacato italiano balneari, con riferimento alla circostanza che, insieme con le concessioni, è stato prorogato di cinque mesi il termine utile, in scadenza alla fine di questo mese, per emanare i decreti attuativi della Legge Draghi, che ha messo in gara le concessioni, e per definirne la mappatura. E aggiunge: «Siamo quindi entusiasta della proroga, ma potremo pronunciarci solo dopo avere conosciuto i contenuti dei decreti attuativi».

Per Giuseppe Mancarella, coordinatore pugliese di Cna balneari, si apre una fase di serenità con l’adesione del governo all’insistente richiesta di proroga della sua Confederazione, necessaria anche perché tra elezioni e finanziaria, è mancato il tempo per varare decreti attuativi e mappatura. «Ciò è invece indispensabile per conseguire quella omogeneità normativa a livello nazionale, senza la quale si metterebbero in difficoltà non solo le imprese, ma anche i Comuni. Solo la mappatura accerterà se vi è scarsità di risorsa-spiagge: potrebbe risultare sufficiente, al momento, mettere in gara solo le nuove concessioni, e anche per questo - conclude - è necessario anche i Comuni congelino tutte le gare».

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