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A Lecce e Taranto cresce la violenza fra i giovani: «Aumentati i procedimenti penali»

 
Redazione online

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A Lecce e Taranto cresce la violenza fra i giovani: «Aumentati i procedimenti penali»

Il procuratore generale della Corte d'Appello Antonio Maruccia duro sulla necessità delle intercettazioni: «Indispensabili». Il procuratore vicario Scardia parla di «discreto stato di salute della giustizia nel distretto di Lecce»

Sabato 28 Gennaio 2023, 14:07

15:05

LECCE - La Sacra corona unita ha trovato i suoi eredi, così come i clan storici del Tarantino. Lo confermano «le indagini della Dda» che hanno segnalato «la presenza sui territori di organizzazioni mafiose eredi della Scu e dei clan storici del Tarantino».

Lo ha detto il Procuratore generale di Lecce Antonio Maruccia nella relazione annuale letta nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. «Il traffico e lo spaccio di stupefacenti - ha poi evidenziato - restano il core business delle attività e la fonte illecita dei reinvestimenti negli affari e nella corruzione». Una relazione che ha anche evidenziato, neanche troppo velatamente, la necessità e l'importanza delle intercettazioni che è tema caldo del dibattito politico di questi giorni. «I dati della realtà criminale del nostro distretto confermano la loro indispensabilità nell’attuale estensione applicativa - ha sottolineato - se ci sono violazioni - ha aggiunto - vanno perseguiti gli autori delle violazioni, sul piano penale e disciplinare. Se c'è una o più eccezioni, non per questo va cambiata la regola e comunque mi pare poco ragionevole cambiare una legge prima di averla sperimentata e senza averne valutati gli effetti. Come Procuratore generale di questo Distretto posso affermare che non sono state segnalate violazioni del segreto e di non aver mai ricevuto in questi anni lamentele di cittadini estranei alle indagini per pubblicazioni indebite o uso improprio delle intercettazioni». 

Nella relazione si evidenzia come a fronte dell’assenza in tutto il Distretto di omicidi o gravi fatti di sangue legati a logiche mafiose, le attività della criminalità comune e organizzata siano in aumento. Per la provincia di Lecce, Maruccia parla di un «un consolidamento dei gruppi criminali organizzati che appaiono aver assunto i caratteri di una mafia matura», mentre a Brindisi la Scu presenta ormai da tempo allarmanti segnali di ripresa».

Poi il procuratore generale si è soffermato sui fenomeni di devianza minorile. «Aumentano i reati consumati con violenza alla persona, sia dal singolo che dal gruppo, le cosiddette baby gang, spesso in assenza di movente, per futili motivi, fatti espressione di frustrazioni, di fallimenti e di opposizione alle regole e al sistema». Che il fenomeno sia in crescita lo dimostrano i numeri: sia a Taranto che a Lecce i procedimenti penali minorili sono aumentati. A Lecce sono 382 rispetto ai 354 dell’anno precedente, a Taranto si è invece passati da 204 a 256. «Una criminalità minorile connotata da aggressività, dall’indifferenza a e da indiscriminata violenza - aggiunge il pg - condotte di una profonda crisi educativa oltre che di un profondo disagio economico, sociale e familiare che determinano situazioni di pregiudizio per i minori spesso indotti a considerare "normali" attività gravemente illecite». 

Nel corso della relazione il pg di Lecce, Antonio Maruccia, ha fatto riferimento al maxi dibattimento arrivato a sentenza sul presunto disastro ambientale che avrebbe provocato la produzione dell’ex Ilva di Taranto, il più grande stabilimento siderurgico d’Europa. «In quel processo - ha detto - c'è la storia di una magistratura che si riconosce nella vicenda umana e professionale dell’amatissimo procuratore Franco Sebastio, recentemente scomparso, interprete di un ruolo di autonomia e indipendenza, perfettamente aderente al modello di magistrato voluto dalla Costituzione». «Quel processo narra la storia della difesa dei diritti del cittadino dall’invadenza del potere economico - ha evidenziato - la storia di una città e un territorio che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vita, di salute, di felicità mancata».

Poi è stata la volta della relazione del presidente vicario della Corte d'Appello di Lecce, Vincenzo Scardia, che ha confermato come «la giustizia nel distretto di Lecce gode di un soddisfacente stato di salute». Parole di apprezzamento per i «magistrati laboriosi che, pur nelle quotidiane difficoltà, a ranghi ridotti, nelle carenze logistiche e strumentali in cui versano, continuano a far fronte alla domanda di giustizia con impegno, professionalità ed efficienza», per quanto «le criticità persistano e debbano essere sostanzialmente individuate nella carenza di organici e nell’arretrato che, seppur aggredito con determinazione negli ultimi tempi, grava inesorabile sulla funzionalità di ciascun ufficio».

Poi un passaggio sulla riforma Cartabia, per la quale non ha speso parole benevole ma ne ha evidenziato le criticità: «I problemi interpretativi, di coordinamento e organizzativi - ha sottolineato -  sono di portata enorme: quelli sin qui affrontati nel corso degli incontri di studio e dei convegni che si sono susseguiti, rincorrendo a fatica le modifiche che il nuovo corpo normativo ha subito prima ancora di entrare in vigore, sono a mio avviso solo una minima parte di quelli che emergeranno nella pratica giudiziaria, quando ciascuno di noi, giudici, avvocati e personale amministrativo, dovrà misurarsi con le peculiarità e le difficoltà del caso concreto».

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