LECCE - Condanna a 7 anni di reclusione per Luigi Pepe, 77 anni di Surano, ex presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, sulle presunte pressioni esercitate sul Centro Imid di Campi Salentina (chiuso nel 2014) e su Mauro Minelli, al fine di “costringerlo” a dimettersi. La sentenza è stata emessa ieri dai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Valeria Fedele). Il tribunale ha disposto anche una provvisionale di 20mila euro (oltre al risarcimento in separata sede) in favore dell’immunologo Mauro Minelli e un risarcimento di 5mila euro per un’ex paziente di quest’ultimo, entrambi parti civili con l’avvocato Anna Centonze. Inoltre, è stata dichiarata l’interdizione perpetua dai pubblici uffici dell’imputato. Luigi Pepe è stato condannato per concussione e abuso d’ufficio. E per tentata violenza privata nei confronti di un’ex paziente di Minelli. È stato assolto “perché il fatto non sussiste”, invece, dal reato di stalking e da un episodio di abuso d’ufficio. Infine, è stato dichiarato il non doversi procedere per prescrizione per il reato di diffamazione e per altre ipotesi di abuso d’ufficio.
Il pm Donatina Buffelli aveva invocato la condanna a 1 anno e 2 mesi, chiedendo l’assoluzione per i reati di concussione, abuso d’ufficio e stalking. Luigi Pepe è assistito dagli avvocati Luigi Covella e Mariangela Vanessa Pepe. I legali, una volta depositate le motivazioni (entro 90 giorni), presenteranno ricorso in Appello. L’inchiesta è stata coordinata dal pm Paola Guglielmi. Riguardo l’ipotesi di concussione, l’allora presidente dell’Ordine dei medici di Lecce, fino al mese di del 2013, avrebbe costretto l’immunologo Mauro Minelli, 66 anni, originario di Campi Salentina, a dimettersi dal ruolo di responsabile dell’Imid (Centro di Cura delle Malattie Rare), anche attraverso minacce, per ottenere la chiusura di tale struttura sanitaria, poiché in contrasto con i suoi interessi al mantenimento di reparti ospedalieri e di attività medica privata. Pepe rispondeva anche di abuso d’ufficio, poiché avrebbe messo in atto cinque procedimenti disciplinari contro Minelli, mentre si sarebbe dovuto astenere. La Procura ipotizzava anche il reato di diffamazione. Pepe avrebbe definito Minelli “persona poco chiara” e “millantatore.” E rispondeva anche dell’accusa di stalking, ma è stato assolto per una serie di atti persecutori consistiti in telefonate e telegrammi. Invece, è già arrivata l’assoluzione per Luigi Pepe, per il reato di abuso d’ufficio nel processo bis sul presunto ostruzionismo nei riguardi di Mauro Minelli.