Solidarietà

L’imam: «La moschea di Lecce aperta ai senzatetto»

Daniela Pastore

Le previsioni meteo delle prossime settimane indicano, infatti, un crollo delle temperature e abbondanti precipitazioni, condizioni critiche per chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi. Il giovane imam ha subito dato la sua totale disponibilità

LECCE - Emergenza senzatetto: la “moschea” di Lecce guidata dall’imam Redouane El Khiat è pronta ad aprire le porte per accogliere i bisognosi della città nelle prossime notti che si preannunciano le più gelide dell’anno con l’arrivo della sciabolata artica "Attila". Originario di Casablanca, 33 anni, Redouane è stato tra i primi a raccogliere l’invito che Tommaso Prima, presidente dell’associazione “Pronto Soccorso dei Poveri”, aveva lanciato ai due imam della città e al vescovo, monsignor Michele Seccia.

«Aprite senza indugi i luoghi di culto ai 70 senza tetto di Lecce», l’appello diffuso sui social. Le previsioni meteo delle prossime settimane indicano, infatti, un crollo delle temperature e abbondanti precipitazioni, condizioni critiche per chi non ha un tetto sotto il quale ripararsi. Il giovane imam ha subito dato la sua totale disponibilità.

A capo dell’associazione culturale islamica “Al Tawba” (in arabo “il pentimento”), che ha inaugurato la sede alcuni mesi fa in via Formoso Lubello a Lecce, Redouane El Khiat spiega l’importanza che, in quanto musulmano, attribuisce all’accoglienza e al prestare aiuto ai bisognosi. «La nostra è un’associazione giovane. Al suo interno vi è una scuola per i bambini, lo spazio per attività culturali e lo spazio per pregare e celebrare i riti della nostra religione musulmana – spiega – ed è proprio la nostra fede a ricordarci quanto sia importante porgere quotidianamente una mano ai bisognosi, fare qualcosa per chi ha bisogno d’aiuto».

L’imam si è già attivato per chiedere alle autorità locali eventuali permessi e adempimenti burocratici per poter ospitare i senzatetto nei prossimi giorni nella moschea.

Pur essendo del Marocco, dice di sentirsi «cittadino del mondo». «Sono a Lecce da 12 anni, conosco tante persone e la considero la mia seconda città, per questo non potrei sopportare di starmene con le mani conserte sapendo che ci sono persone che nelle prossime ore potrebbero dormire al gelo senza un riparo, senza cibo né coperte».

Tennista professionista sino a qualche anno fa, ed ora maestro di tennis nel circolo sportivo leccese, Redouane El Khiat ama stare tra la gente e spendersi per il prossimo. Caratteristiche che lo hanno portato ad essere riconosciuto come “imam” dalla propria comunità islamica, termine che significa “colui che sta avanti”, “guida”, e in particolare il confratello cui è affidata la direzione della preghiera rituale. «Spero davvero di poter ospitare chi ha bisogno di accoglienza. Siamo tutti chiamati ad aiutare il prossimo, che si tratti di persone, ma anche di animali. Dobbiamo fare del bene – chiosa - per rendere il mondo un posto migliore».

Privacy Policy Cookie Policy