Il commento
«Troppe connivenze con la mafia hanno aiutato Messina Denaro», parla la sorella del caposcorta di Falcone
L'agente salentino Antonio Montinaro fu ucciso nell’attentato: parla la sorella Matilde
Non si dà pace da oltre 30 anni e quando ieri mattina si sono diffuse le notizie dell’arresto dell’ormai ex primula rossa di Cosa Nostra ha tirato un sospiro di sollievo, pensando comunque che nulla potrà restituirle il fratello ucciso nell’«attentatuni».
Matilde Montinaro, sorella di Antonio, l’agente salentino che faceva parte della scorta del giudice Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia, ha subito pensato a quel maledetto giorno quando da Capaci arrivò la terribile notizia.
«Ho pensato a mio fratello ma anche a quanti hanno perso la vita per aver creduto nel valore della legalità e della responsabilità», ha commentato.
Antonio Montinaro era il caposcorta di Falcone. era di Calimera. Morì il 23 maggio del 1992 con il magistrato, la moglie di questi, Francesca Morvillo, i suoi colleghi poliziotti Vito Schifani e Rocco Dicillo in quella passata alla storia criminale del nostro Paese come la strage di Capaci. Tra coloro che avevano emesso la sentenza di morte per Falcone c’era anche lui: Mattia Messina Denaro che ieri - dopo 30 anni di latitanza - è finito finalmente in manette.
Matilde Montinaro ha voluto lasciare un ricordo su Facebook per tutte le vittime della mafia. Lo ha fatto usando la pagina dell’associazione Nomeni, con la quale da tempo porta avanti battaglie sociali e culturali proprio in nome del fratello.
«Oggi una grande vittoria dello Stato e quindi di tutte le persone per bene», ha scritto Matilde Montinaro congratulandosi «con tutte le forze di polizia, in particolare al Ros dei carabinieri e alla procura di Palermo».
«L’arresto di Matteo Messina Denaro in una clinica di Palermo - ha sottolineato la sorella del caposcorta di Falcone - ci deve però far pensare alle connivenze che ancora la mafia ha e che hanno permesso la latitanza e la protezione a casa propria di quest’uomo. Bisogna stare attenti a non abbassare la guardia - ha aggiunto - perché la mafia si è trasformata».
Per Matilde Montinaro, «da questo arresto bisogna ripartire e agire a livello culturale e sociale contemporaneamente a quello politico per continuare a chiedere quella verità sui tanti segreti di questo nostro Paese».