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Selvaggia Lucarelli contro la mamma di bimba salentina in cura a Pittsburgh: «Ha davvero bisogno di restare lì?»

 
Redazione online

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Selvaggia Lucarelli contro la mamma di bimba salentina in cura a Pittsburgh: «Ha davvero bisogno di restare lì?»

Non manca la risposta dell'Asl Puglia interpellata sui social dalla Lucarelli che replica all'attacco: «L’utilizzo da parte dello stesso nucleo familiare di eventuali finanziamenti privati da loro procurati non può essere oggetto di verifiche da parte della Regione Puglia»

Martedì 03 Gennaio 2023, 19:40

21:03

LECCE - Sta scatenando polemiche un post su Facebook della giornalista Selvaggia Lucarelli che oggi ha sollevato dubbi sulla veridicità degli appelli di una mamma della provincia di Lecce che da sette anni circa vive negli Stati Uniti per curare sua figlia affetta da una grave malattia: "Forse - attacca Lucarelli nel lungo post - sarebbe ora che la Asl Puglia desse delle spiegazioni sull'opaca vicenda. Davvero la signora ha bisogno di rimanere in America con due figli, costando alla sanità milioni e milioni di euro?», scrive ponendo molti interrogativi.
La bimba è affetta da una rarissima malattia all’intestino, la sindrome di Berdon, diagnosticata alla nascita, ed è stata sottoposta anche un trapianto. Per poter stare negli Usa e pagare i costi la mamma ha chiesto aiuto avviando alcune raccolte fondi nel corso degli ultimi sette anni. Mentre alcune spese per le cure sono a carico della sanità pubblica.
La Regione Puglia in serata ha risposto ai dubbi posti da Lucarelli, precisando tra l’altro che «nei casi di cure all’estero le procedure prevedono la verifica delle spese sanitarie sostenute, con relativa documentazione e verifica della congruità di quanto dichiarato». «Tutto quello che andava fatto - prosegue la Regione - dal punto di vista sanitario per salvare la vita della bambina è stato fatto, da parte della Asl e della Regione Puglia nel rispetto delle norme. E questo per noi tutti è un punto di orgoglio», spiegano l’assessore regionale alla Sanità Rocco Palese, il direttore del Dipartimento, Vito Montanaro, il direttore generale della Asl Lecce, Stefano Rossi, e il coordinatore del Centro Regionale Trapianti, Loreto Gesualdo.

«Il sistema sanitario regionale pugliese - aggiungono - nel 2014 si trova ad affrontare il caso di una bambina affetta dalla sindrome di Berdon, una malattia genetica rarissima che compromette la funzionalità dell’apparato gastrointestinale, che richiede un trapianto multiviscerale: fegato, stomaco, pancreas ed intestino. La complessità del caso richiedeva l’identificazione di un centro altamente specializzato nel campo trapianto multiviscerale e, tra questi, il Children Hospital dell’Università di Pittsburgh risultava essere un centro di riferimento mondiale per genere di interventi, ancor più delicato nel caso specifico trattandosi di una bambina». L’assessore e i medici spiegano che «all’epoca i trapianti di questo tipo in Italia non venivano eseguiti e, comunque, la complessità del caso non era gestibile nel nostro Paese, ma solo in pochissimi centri al mondo». Oggi la bambina "ha 14 anni - proseguono - e si trova ancora a Pittsburgh per il proseguimento delle cure perché, vista la complessità, la bambina ha ricevuto solo il trapianto di intestino il quale ha presentato poi diverse complicanze che hanno necessitato di ulteriori interventi chirurgici, l’ultimo del quale è programmato nelle prossime settimane». «La Asl di Lecce - concludono - insieme al Centro regionale trapianti aveva già in programma una visita presso il centro americano nelle prossime settimane, dopo il suddetto intervento, per accertare le condizioni cliniche della paziente e programmare il suo rientro in Italia nei tempi compatibili con l’evoluzione del suo quadro clinico».

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