La storia

Nardò, il giudice annulla le multe all'anziano: «Infrazioni commesse per necessità»

Vincenzo Sparviero

Il 75enne, claudicante, si era spostato in moto per andare al supermercato senza casco e con l'assicurazione scaduta

NARDO' - Tre verbali da mettere in ginocchio chiunque. Lui in particolare: anziano e disabile. Un giudice, però, ha compreso che è stato costretto a violare le regole per uno «stato di necessità» ed ha annullato le contravvenzioni elevate da poliziotti che, in fin dei conti, avevano giustamente fatto solo il loro dovere.

Accade a Nardò, dove un uomo con gravi difficoltà a deambulare per via di un incidente, in una calda giornata dell'estate scorsa – esattamente il 6 agosto - sale in sella alla sua moto diretto verso il supermercato più vicino alla sua abitazione. Intendeva vincere la calura mangiando e bevendo qualcosa di fresco. Fatta la spesa - mozzarelle, un pezzo di focaccia, pomodori e una «Peroni» – risale in sella e si dirige verso casa quando, poche centinaia di metri dopo, incappa in una pattuglia della stradale che lo ferma per un controllo: non fosse altro perché se ne andava in giro senza casco. In caso contrario, forse, sarebbe passato inosservato. Invece gli agenti lo hanno costretto a fermarsi, con la birra (e anche lui stesso) che ormai si... riscaldava. Il controllo, infatti, non è stato certo una toccata e fuga. Non indossava il casco: e questa è già un’infrazione grave. Ma il problema era che la moto non era assicurata, per non parlare della revisione mai fatta. Come se non bastasse, la patente - necessaria per guidare il mezzo – era scaduta da un bel pezzo.

Morale della favola: tre diversi verbali per un ammontare complessivo di tremila e rotti euro. Una cosa mica da niente per un pensionato che vive con pochi spiccioli al mese. A. P., neretino di 75 anni, non si è arreso lasciando magari che l’agenzia delle entrate gli contestasse – prima o poi - i mancati pagamenti. Si è rivolto all’avvocato Pasquale Tarantino ed ha presentato ricorso al giudice di pace Cosimo Rochira.

Rimasto claudicante e muovendosi a piedi con grande difficoltà (a seguito di un incidente avvenuto un paio di anni prima), il pensionato – come ha accertato il giudice - vive solo e quel giorno nessuno poteva aiutarlo. Per questo, ha ritenuto ingiusti quei verbali, non avendo alternative. Le sue considerazioni sono state pienamente condivise dal giudice.

L’anziano – come aveva fatto notare il suo legale – non si era spostato da casa per un “piacere personale” ma “per uno stato di necessità” dimostrato dagli atti allegati al ricorso. Tra le altre cose, una documentazione attestava la sua disabilità.

Il giudice, preso atto della situazione, nel dispositivo ha scritto  testualmente – tra le altre cose – che «non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dovere o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima di difesa». Per arrivare al più vicino supermercato, il pensionato aveva percorso poco più di duecento metri e (secondo il suo legale e anche secondo il giudice) il suo comportamento non ha messo a repentaglio la sicurezza degli altri utenti della strada, ma era semplicemente l'unico modo per sfamarsi in quella calda giornata di agosto. 

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