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Biagio Valerio
09 Gennaio 2021
Sorelle. Che ignoravano l’esistenza l’una dell’altra e dopo mezzo secolo hanno l’opportunità di rimettere al suo posto un tassello importante della propria vita. Rispondendo a queste domande: chi erano i miei fratelli? Chi erano i miei genitori biologici? Due donne, una delle quali di Nardò, sono in contatto dal giorno dell’Epifania dando la prova che anche i social hanno fatto cose buone. Separate poco dopo la nascita, nel 1970, hanno preso due strade diverse. Una è finita in adozione a Reggio Calabria ed ora si trova in Belgio da due anni. Il suo cognome, col quale un anonimo burocrate spera in un futuro migliore per quella neonata, rivela la pratica adottiva. L’altra si trova ancora a Nardò, dove risiede, ma anche lei è stata adottata da una nuova famiglia.
Tutto incomincia su Facebook, sul canale “Ti Cerco. appelli di persone che cercano le loro origini e i propri cari”. «Mi chiamo Tiziana - scrive la donna il 6 gennaio, all’alba - sono nata a Nardò il 9 aprile 1970 e sono stata battezzata nella chiesa madre Maria Santissima Assunta il 6 giugno dello stesso anno e dopo qualche giorno sono stata adottata da una famiglia di Reggio Calabria. Ho saputo di essere stata adottata circa un anno fa alla morte di mia madre adottiva. Ho saputo che la mia vera mamma è morta e di avere altri fratelli tra cui due gemelli nati dopo di me e adottati da un avvocato di Lecce. Io desidererei conoscere qualcuno di loro se fosse possibile ma senza stravolgere la vita di nessuno. E poi ci terrei tanto a sapere il nome della mia vera mamma per poter portare un fiore sulla sua tomba e conoscere il suo volto. Spero in un vostro aiuto. Grazie». In poche ore il post raccoglie oltre ottocento condivisioni. Un tambureggiamento che porta al risultato quasi immediato perché una persona si fa viva. Scrive da Nardò. «Io vivo a Nardò - dice la seconda donna - e anche io sono stata adottata. Nel chiedere informazioni ho saputo di avere una sorella di nome Tiziana nata in quel periodo e adottata a Reggio Calabria. Io sono quella della foto. Se noti qualche somiglianza fammi sapere». Ma c’è qualcosa in più oltre alle parole: le due non solo si rassomigliano ma sono identiche. Ora il resto della storia è nelle loro mani, saranno ulteriori indagini a stabilire l’effettiva parentela e a quel punto nessuno potrà più intervenire per decidere del loro destino. Mezzo secolo dopo potranno ritrovarsi e rimettere al proprio posto i tasselli di un’altra vita.
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