Il caso

Lecce, «la proroga di tre anni è una mano ai balneari»

Emanuela Tommasi

Il sindaco Salvemini: «Rischioso rifiutare questo salvagente»

LECCE - «Nonostante da una parte dei balneari io venga accusato di essere un avversario, considero questa proposta una mano tesa nei loro confronti». Quella a cui fa riferimento il sindaco Carlo Salvemini è la delibera con la quale ha concesso una proroga di tre anni alle concessioni balneari in scadenza il 31 dicembre prossimo. Un provvedimento giunto prima della messa in mora dell’Italia da parte dell’Unione europea proprio sulle proroga delle concessioni. La Ue contesta la legge 145/2018, che prevede l’estensione delle concessioni balneari fino al 31 dicembre 2033. Tale legge, secondo l’Europa, sarebbe in contrasto con la direttiva 2006/123/CE, la cosiddetta «Bolkestein» sulla liberalizzazione dei servizi, nonché con la sentenza della Corte di giustizia europea «Promoimpresa» del 14 luglio 2016, che aveva dichiarato illegittime le proroghe automatiche e generalizzate delle concessioni.

Proprio sulla possibilità concessa dalla 145 confidavano i balneari, i quali erano già pronti ad impugnare al Tar la delibera di Palazzo Carafa. Tempo tre giorni, ed è arrivato il pronunciamento dell’Europa.
«La lettera di costituzione in mora in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi - dice il sindaco - pone al centro la necessità di garantire, per ragioni di interesse generale, procedure di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi». Salvemini aggiunge un’altra considerazione. «C’è poi una motivazione politica, che considero importante, nell’ottica di una visione progressista dell’economia di mercato, che è il contesto nel quale viviamo - riflette - Lo Stato deve essere capace di garantire opportunità, occasioni, possibilità anche agli “outsider”, ovvero coloro che potrebbero trovare nei servizi balneari opportunità diversificate di impresa, e non solo preoccuparsi di tutelare gli “insider”, ovvero quanti si trovano già dentro un mercato da tempo “chiuso”. Principio, questo - sottolinea Salvemini - alla base dei diversi pronunciamenti di Commissione Ue, Corte di Giustizia Europea, Autorità Garante della Concorrenza Mercato, giustizia amministrativa italiana. Che si accompagna al giusto riconoscimento ai concessioni balneari in scadenza di adeguate forme di tutela e riconoscimento degli investimenti effettuati».

«A Lecce la nostra azione è volta a perseguire l’interesse generale in questa cornice - sottolinea il sindaco - Si colloca in questa cornice anche la proposta di proroga tecnica per tre anni delle concessioni balneari, che scade il 7 dicembre. Nonostante da una parte dei balneari io venga accusato di essere un avversario - conclude il primo cittadino - considero questa proposta una mano tesa nei loro confronti. Perché indica una via d’uscita da un labirinto giuridico nel quale è facile perdersi mettendo a rischio le prossime stagioni estive, garantendo certezze d’investimento a breve termine. Un risultato che considero importante in vista di un appuntamento non più rinviabile con i bandi di assegnazione, che l’UE ha ricordato essere ineludibile. Una realtà con la quale, a meno di non voler chiudere gli occhi, occorrerà fare i conti».
A sostegno della proroga di tre anni si schierano Sergio Della Giorgia ed Ernesto Mola, capogruppo e consigliere di Civica. «Rifiutare di appoggiarsi al salvagente offerto dall’Amministrazione è un comportamento davvero rischioso per i balneari - dicono - Rischieranno di annegare nella contraddittorietà, nella fumosità legislativa e giuridica».

Privacy Policy Cookie Policy