L'intervista

Lecce, appello di Benisi ai politici: «Risolvete i problemi del territorio»

Gianfranco Lattante

L’imprenditore da luglio è il presidente della Camera di commercio con il compito di guidare l’Ente sino al nuovo mandato consiliare

Lecce - Vincenzo Benisi è da luglio il presidente della Camera di commercio con il compito di amministrare l’Ente sino al nuovo mandato consiliare. Imprenditore di grande esperienza nel manifatturiero, con un trascorso di docente di scienze della formazione con particolare riferimento all'insegnamento della organizzazione e gestione delle risorse umane, è stato attivamente impegnato nella vita associativa di Confindustria; da dieci anni è nella giunta della Camera di Commercio di Lecce e negli ultimi cinque ne è stato il vicepresidente, nel corso della presidenza di Alfredo Prete. Tocca quindi all’imprenditore di Racale accompagnare l’Ente verso un futuro oramai alle porte. Un impegno che è pronto ad assolvere con il piglio, l’equilibrio e la passione che tutti gli riconoscono.

«In questi anni abbiamo subìto la riforma camerale e quella di Lecce è una delle poche realtà nel Mezzogiorno che ha mantenuto l'autonomia e anche il livello occupazionale. Siamo contenti del lavoro svolto in questi anni e continueremo a presidiare il territorio. Siamo fra le prime camere di commercio a livello nazionale per quanto riguarda le attività del Suap, con lo sportello unico presente in ben 96 comuni della provincia. Nel Mezzogiorno, invece, siamo fra le prime Camere di Commercio per la digitalizzazione dei servizi che, anche nel difficile periodo di lockdown, hanno accompagnato e supportato le imprese, senza soluzione di continuità».

Presidente Benisi, la casa delle imprese, dunque, è in salute. E le imprese salentine, invece, come stanno?
«Abbiamo problemi atavici: ci sono sacche di sofferenza, ma anche sacche di benessere. Avevamo settori fortissimi, come il manifatturiero tessile-calzaturiero, meccanico ed agroalimentare, che, però, hanno subito la crisi degli anni 2007 e 2008. Ora vediamo segnali di ripresa, in particolar modo nel Tac, anche grazie ad una produzione che associa know-how e tecnologie avanzate. Siamo consapevoli che con l'emergenza Covid, però, molte imprese di particolari settori mostrano segni di sofferenza. Molte attività rischiano di chiudere con preoccupanti risvolti in termini occupazionali e il rischio di cedere al sentimento di impotenza e rassegnazione è concreto. Ci stiamo adoperando affinché ciò non accada, affinché, pur nella difficoltà contingente, non venga sopraffatta la spinta imprenditoriale»

La qualità paga. Ed è dalla qualità che si deve ripartire. Lo conferma la produzione della fondazione “Le costantine” scelta da Dior. E lo ribadisce il Tac, un settore che lei ben conosce. Occorre incoraggiare le aziende ad investire sulla qualità?
«Assolutamente. Qualità e innovazione sono fondamentali e come Camera di Commercio abbiamo espresso soddisfazione ai dirigenti della casa di moda Dior per la scelta caduta sul nostro territorio, in occasione dell’affascinante evento di luglio. Ma attenzione: occorre sostenere le imprese di tutti i settori, anche con una convinta politica di consolidamento delle imprese “storiche” o, come amo definirle, “aziende motrici” del nostro territorio. Un elemento su cui mi sono soffermato a riflettere riguarda la continua e copiosa attività legislativa che viene svolta relativamente alla chiusura delle imprese; si legifera costantemente e moltissimo in tale ambito. Non si può dire altrettanto con riferimento alla nascita, supporto, crescita, sviluppo di attività imprenditoriali. Ecco, forse sarebbe d’aiuto spostare il focus, a ogni livello istituzionale…».

Mai come adesso che in ballo ci sono ingenti risorse europee...
«Certo. Ora guardiamo con interesse al recovery fund. Siamo ottimisti per queste risorse della comunità europea. Gli imprenditori hanno dimostrato, nel tempo, coraggio e solidarietà ed i governanti sono stati attenti e capaci nell’ottenere ingenti risorse dalla Comunità europea. Ma ora tocca a noi. Tutte le Istituzioni, a cominciare dalle Camere di commercio, gli attori sociali ed economici del territorio, compresa l’informazione, con forza e coesione devono richiedere al Governo che le maggiori risorse vengano destinate al Mezzogiorno con progetti validi e positivamente impattanti sulla nostra economia. La politica e i territori devono agire insieme: ora o mai più».

E veniamo ai trasporti. Il blocco dei voli (che già erano inadeguati) ha evidenziato ancora di più la nostra marginalità. Lei ha già sottolineato che “non può esserci ripresa senza flussi di turisti, imprenditori e lavoratori che scelgono il Salento”. Poi c’è la questione della Statale 275. Cosa fare?
«Sul problema dei trasporti e delle infrastrutture, la Camera di commercio è in prima linea e ha promosso tavoli e confronti. Adesso, dopo il dramma del coronavirus, questi problemi vanno affrontati e risolti senza perdere di vista la sicurezza. Registro una incoraggiante volontà da parte delle Istituzioni. I trasporti sono fondamentali. E, giusto per rendere concreto il discorso, faccio un esempio. Ipotizziamo che ci siano due imprenditori: uno a Brescia e l’altro a Leuca. Entrambi devono trasportare il prodotto in Francia. Il costo che dovrà sostenere l'imprenditore di Leuca, a parità di prodotto trasportato, è esattamente il doppio rispetto a quello del suo collega bresciano. Stessa cosa, se non peggio, in termini di tempo impiegato. Questo è solo uno dei tanti problemi che la politica, ma anche le istituzioni del territorio e l'informazione devono contribuire a far emergere e risolvere».

Quali altri sfide attendono il tessuto produttivo salentino?
«La digitalizzazione, soprattutto. Nel periodo del lockdown abbiamo visto quanto sia importante e quanto il Mezzogiorno sia ancora indietro. Più risorse alle infrastrutture digitali».

Presidente, lei ha fatto più volte riferimento alla politica. Ecco domenica e lunedì si voterà per eleggere il nuovo presidente della Regione. Alla politica cosa chiede?
«Faccio un accorato appello, sia in veste istituzionale che imprenditoriale. Mi auguro che già da lunedì sera tutte le forze politiche (vincitori e vinti) si mettano propositivamente al lavoro per perseguire obiettivi comuni, per affrontare le questioni e porre rimedio ai problemi che sono sul tappeto. E mi auguro ci sia un coinvolgimento attivo di tutte le Istituzioni, in particolare delle Camere di Commercio che ben conoscono le caratteristiche, le difficoltà, ma anche le potenzialità del sistema economico dei territori di competenza».

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