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Sarah Scazzi, luci sul delitto di Avetrana: la presentazione del libro in Salento

 
Annachiara Pennetta

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Annachiara Pennetta

Sarah Scazzi, luci sul delitto di Avetrana

i due autori

Il volume è di Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni per Fandango Libri

Sabato 05 Settembre 2020, 11:48

È stato uno dei più tragici casi di cronaca nera italiana e il primo vero processo mediatico nazionale. Nel decennale dell’omicidio di Sarah Scazzi esce il libro “Sarah. La ragazza di Avetrana”, lucido e tagliente racconto scritto dai giornalisti Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni per Fandango Libri. Da oggi a mercoledì 9 settembre, il Salento ospita il tour di presentazione promosso dall’associazione Diffondiamo idee di Valore in collaborazione con Libreria Liberrima. Si inizia oggi alle 19.30 (ingresso libero fino a esaurimento posti) dalla Terrazza del Ristoro del Castello Volante di Corigliano d’Otranto.
I due autori spiegano la genesi del libro, complesso e al tempo stesso dalla messa fuoco impeccabile: «Volevamo raccontare con uno sguardo diverso, e aperto alla complessità, il caso di cronaca nera che più ha influito sull’immaginario collettivo degli ultimi dieci anni. Il caso di cronaca che conteneva tutto ciò che ci interessava: scrivere della Puglia nei suoi meandri più arcaici e rurali, ma anche la trasformazione di persone qualsiasi in personaggi televisivi, il processo mediatico, la famiglia come luogo di protezione e d’orrore, le indagini complesse e non prive di superficialità ed errori».

Sin dalle prime pagine il libro conduce il lettore nel contesto locale, sociale ma soprattutto familiare, nel quale la vicenda si è consumata. Che fotografia ne viene fuori?

«Da tarantina (dice Flavia Piccinni, ndr.) mi sentivo finalmente pronta a confrontarmi con certi meccanismi arcaici e apparentemente lontani dal nostro tempo di cui si nutre questa storia. Con Sarah raccontiamo una Puglia che esiste, anche se a volte preferisce non guardare. Viene fuori il ritratto di una terra complessa, che sta cercando un suo presente con difficoltà».

Il delitto di Sarah è stato il primo vero processo mediatico nazionale. Quanto questo aspetto ha influito sulla percezione dei fatti e dei ruoli?

«La massiccia presenza dei media non solo ha trasformato i protagonisti di questa storia – persone qualsiasi – in personaggi, ma ha creato e sostenuto un continuo reality show andato in onda quotidianamente a reti unificate. Non dimentichiamo che video di interviste televisive sono state acquisite agli atti, e che una teste si è fatta mettere delle vicetrasmittenti addosso per registrare una presunta testimonianza per inchiodare Cosima e Sabrina. Questi, ovviamente, sono solo due paradossali esempi di come tutto sia trasceso, e il caso sia divenuto uno show televisivo».

Tra i protagonisti di questo tragico caso, quale storia personale vi ha colpito di più sul piano umano?

«Quella di Sarah, la vittima di cui nessuno parla. Sarah era una ragazza di 15 anni che sognava il futuro, ed è rimasta imprigionata nella narrazione che di lei è stata fatta dai giornali: da una parte la lolita che sogna di fare cose da grandi, dall’altra la bambina dal corpo infantile. Fra questi due estremi crediamo, però, che ci sia la verità e che forse accade così quando muori: tutti possono dire quello che vogliono su di te, e tu non puoi più ribattere».

C’è ancora una verità nascosta nell’ombra?

«Studiando i documenti senza alcun tipo di pregiudizio, facendo ricerche investigative sul campo, ci siamo resi conto di clamorosi buchi neri. E siamo stati costretti a domandarci se veramente Sabrina Misseri e Cosima Serrano siano state condannate oltre ogni ragionevole dubbio. Adesso ci auguriamo che a distanza di 10 anni dalla morte di Sarah, il libro possa far riflettere l’opinione pubblica italiana, ma soprattutto possa sostenere il ricorso presentato dall’avvocato Franco Coppi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo mettendo a fuoco i legittimi dubbi della difesa: il ricorso è infatti stato dichiarato ammissibile, ma da oltre due anni è fermo a Strasburgo».

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