Ripartenza a rilento

Lecce, i ristoratori: «Poche certezze, non riapriremo al pubblico»

Alberto Nutricati

«Difficile sopportare i costi: prima erano spalmati su 100 coperti, ora su 20»

Ripartire? Non a queste condizioni. Molti locali e ristoranti continueranno a tenere abbassate le saracinesche anche la prossima settimana.

Non ci sono le condizioni per poter lavorare in tranquillità. Questo l’adagio ripetuto dai ristoratori.
«Come Confcommercio – dice Piero Merazzi dell’Osteria Spiriti di Lecce, nonché presidente Ristoratori di Confcommercio Lecce – non apriremo, perché ancora non disponiamo delle linee guida da parte della Regione. Aprire e prendere verbali a causa della poca chiarezza dei regolamenti non ha alcun senso. In Emilia Romagna si sono mossi per tempo e hanno reso le norme meno stringenti, andando incontro ai ristoratori. Speriamo che la Puglia segua quell’esempio. Non si può chiedere a un ristoratore di controllare se i clienti siano parenti o di misurare la temperatura all’ingresso. Attendiamo e vediamo cosa succede, intanto le spese camminano. Siamo arrabbiati e speriamo che, come si diceva, ci diano la possibilità di disporre dello spazio all’aperto senza maggiorazioni di pagamento».

Posizione pressoché analoga quella di Franco Tornese del ristorante Gaio di Gallipoli.

«L’idea di aprire c’è – precisa Tornese – dobbiamo capire solo in che forma. Purtroppo non abbiamo ancora indicazioni chiare e questo è il problema maggiore. Riapriremo, ma vogliamo capire in che modo. È molto probabile che rinvieremo l’apertura al prossimo fine settimana, nella speranza che nel frattempo siano giunte le linee guida regionali e che siano meno stringenti rispetto al protocollo Inail. Purtroppo la situazione è drammatica. A Gallipoli 10-15 locali storici hanno consegnato le chiavi alla proprietà e parliamo di locali che hanno fatto la storia».

E contro il protocollo Inail punto il dito anche Davide De Matteis dei locali Nazionale e 300mila di Lecce.
«Non riapriremo al pubblico – taglia corto De Matteis – perché abbiamo il grande problema del protocollo Inail che prevede addirittura il penale per il titolare nel caso in cui un collaboratore risultasse contagiato, senza neppure andare a vedere dove sia avvenuto il contagio. Purtroppo, per l’ennesima volta, l’imprenditore subisce, senza agevolazioni e senza tutele. È un’assurdità, una follia. E poi la gente non è tranquilla, preferisce starsene a casa, ma se in un’azienda non c’è flusso di denaro, l’azienda chiude. Siamo molto demoralizzati. Personalmente, sono bloccato su diversi fronti. Lo Stato parla di miliardi, ma se l’azienda non ha liquidità non va da nessuna parte. Non bastano le agevolazioni fiscali, c’è bisogno di liquidità. Se si aspetta ancora, con la burocrazia che non dovrebbe esserci, chiuderemo i battenti in modo definitivo. Bisognerebbe semplificare il tutto e poi essere rigorosi con chi non rispetta le regole, ma serve celerità da parte dello Stato. Più giorni passano, più imprese muoiono».

Rinviata a giugno la riapertura al pubblico del ristorante SemiSerio di Lecce«Abbiamo deciso di non aprire – chiarisce Gigi Perrone – in quanto ad oggi disponiamo solo di indicazioni parziali e questo è un problema serio. Dovremmo partire il primo giugno. Purtroppo, ad oggi non sappiamo come muoverci, con la speranza che ci diano la possibilità di allargarci all’esterno. In ogni caso ritengo che questi 15 giorni che ci separano da giugno ci serviranno per caprie cosa può succedere e come organizzarci, ad esempio, con i menu, gli spazi, il servizio, le distanze. Peraltro, per molti il rinvio della riapertura vale anche come segno di protesta».

Il Vizio del Barone, a Martano, dovrebbe riaprire già da lunedì.«Noi siamo intenzionati a ripartire da subito, visto che disponiamo di ampi spazi – precisa Antonio Aprile – in che modo, però, dovrebbe dircelo Emiliano. Nel frattempo stiamo facendo dei corsi online per far fronte ai problemi che si presenteranno. Riteniamo importante riprendere, per ristabilire i contatti con i clienti».

Molte le criticità segnalate anche da Luigi Derniolo della pasticceria Eros di Galatina.«Quello che preoccupa – dichiara Derniolo – è la mancanza di unità di intenti anche tra Regione e Inail. Quest’ultima, infatti, ha emanato delle regole molto difficili da rispettare, perché comportano un adeguamento della struttura che spesso è impossibile. Non bisogna dimenticare che si va al ristorante per godere di un momento conviviale e, da questo punto di vista, lo stesso plexiglas è un deterrente. Senza considerare che sarà difficile sopportare i costi che prima erano spalmati su 100 coperti spalmandoli su 20. Ecco perché molti bar e pasticcerie continueranno con l’asporto. Saranno molto pochi quelli che riapriranno, a meno che i sindaci non prevedano l’ampliamento esterno, ma, nei centri storici bisognerà coordinarsi con la soprintendenza. Il che vuol dire altra burocrazia, sempre a nostre spese. È una situazione che ci addolora, ci indispettisce, ci fa capire che si parla tanto di aziende, ma poi si fa poco».

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