Il riconoscimento

Il «cavalluccio punk» e altre meraviglie: con le sue foto Virginia Salzedo porta alla ribalta il Salento

Biagio Valerio

Racconta i tesori del mondo subacqueo

La migliore ambasciatrice di Santa Caterina nel mondo è una donna. Grazie ai suoi scatti il mare della frazione di Nardò è noto soprattutto negli Stati Uniti dove Virginia Salzedo vince premi a raffica. L’ultimo, a fine 2019, è il più prestigioso: Our World Underwater a Chicago, nella categoria Macro Traditional. Ma è anche l’ultimo Ocean Art Contest a consacrare la fotografa subacquea grazie a Gaspare, «il cavalluccio punk».
Virginia Salzedo lo ha fotografato durante una immersione notturna nelle acque di Portoselvaggio e il suo scatto è diventato virale e famoso ovunque. L’abbiamo raggiunta a Trento dove vive. «Vedo tantissimi posti in tutto il mondo – spiega – e cerco sempre i soggetti più particolari, che devono suscitare emozioni nello spettatore. Ma Santa Caterina resta sempre nel mio cuore perché c’è il mare più bello del mondo».

E la prova è nelle sue foto, scattate da giugno ad agosto quando Virginia trascorre qui le sue vacanze. Una medusa “particolare” che ha catturato un pesciolino, una lumaca senza guscio, i tonni a caccia di prede. «Ho vinto tanti concorsi nella mia carriera – spiega – ma i soggetti del nostro mare si difendono bene soprattutto nella categoria dei ritratti, che mi è congeniale e bene rappresenta gli abitanti marini dello Ionio». Salzedo, per altro, fa parte anche del Club azzurro. La fotografia subacquea, infatti, è una disciplina riconosciuta dal Coni e la Nazionale riunisce i migliori dieci atleti italiani. Di questa squadra la neritina fa, orgogliosamente, parte. L’ultima impresa riguarda Gaspare, il cavalluccio punk che ha stregato il mondo. Immerso ed emerso. «È stato anche merito della mia testa dura – spiega – perché questa foto l’ho fortemente cercata, desiderata. Sapevo che non era facile trovare cavallucci marini a Portoselvaggio, si diceva che non ce ne fossero più. A metà di agosto, però, ne ho avvistato uno, albino. Poi ne ho visto uno con la pancia enorme, avevo paura che partorisse. Così mi sono convinta che quello era il punto giusto per immergersi. Così, con il mio collega Roberto Santaloja, siamo tornati sul posto e, dopo una ventina di minuti ed alla profondità di circa 25 metri è comparso lui, di una bellezza pazzesca. Era giallo limone e con una cresta pazzesca. È rimasto a lungo con me, si è fatto fotografare mettendosi in posa. Poi si è fatto un giretto e, infine, è tornato. L’ho chiamato Gaspare perché mi ha ricordato la regalità dei Re Magi ed è stato il terzo cavalluccio a farsi vedere, in quei giorni magici. Sono rimasta con lui fino a che la mia bombola lo ha permesso. Non lo dimenticherò mai». Così come nessuno dimenticherà la bellezza del «cavalluccio punk».

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