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Maxi truffa con gli alcolici: quattro arresti in Salento

 
Redazione online

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Il sindaco blocca il bicchiere  alcolici vietati dopo le ore 23

Ai domiciliari rappresentanti di commercio e imprenditori di Taviano e Alliste, accusati di associazione a delinquere

Giovedì 13 Giugno 2019, 11:20

11:21

LECCE - Quattro salentini ai domiciliari nell’ambito di una maxi truffa nell’ambito del commercio internazionale di bevande alcoliche.

L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Udine, è stata notificata a Massimiliano Chetta, 51 anni, di Taviano; Deodato De Lorenzis, 60 anni, di Felline; Silvano De Leone, 56 anni, di Melissano, e Marino De Marco, 67 anni, imprenditore edile anche lui di Melissano. Quest’ultimo e De Leone si trovavano all’estero al momento della notifica del provvedimento, e in queste ore stanno rientrando nel Salento. Altre 16 misure cautelari sono state eseguite in altre parti d’Italia.

Fra i 60 indagati a piede libero c’è anche Luigi Coronese, 66 anni, di Melissano.
Per tutti l’accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata all’evasione delle accise: un danno all’Erario che la Guardia di Finanza stima intorno agli 80 milioni di euro.

L’operazione, denominata «Sine finibus», ha smantellato una presunta associazione per delinquere transnazionale che aveva i vertici nel Regno Unito. Contrabbandava soprattutto vodka e whiskey, ma anche altre bevande alcoliche. Contestualmente, grazie al coordinamento di Eurojust,i due vertici del gruppo, destinatari di mandato di arresto europeo, sono ricercati nel Regno Unito, dalle Fiamme Gialle e dai Funzionari dell’HM Revenue and Customs (la Dogana britannica).

Ai quattro salentini viene mossa la medesima contestazione: quella di essere promotori dell’associazione «finalizzata alla sottrazione del pagamento delle accise, con il compito di trovare depositi fiscali», organizzando il trasporto degli alcolici ed occupandosi dei relativi pagamenti. Gli alcolici venivano esportati, solo sulla carta, nel Regno Unito, utilizzando falsi documenti, oppure esportati da un imprenditore, comunitario, però inconsapevole (una sorta di prestanome) verso paesi extra-Ue come Russia, Macedonia ed Emirati Arabi Uniti per sottrarli alle imposte. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Francesco Fasano e Angelo Calvi.

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