CASTRO - La guardia costiera passa al setaccio la costa e blocca la cementificazione selvaggia per la posa di ombrelloni e sdraio. Con un maxi-blitz che ha visto impegnati gli uomini dell’ufficio circondariale marittimo di Otranto per diversi giorni, è stata perlustrata palmo a palmo la scogliera che dal porto di Castro procede verso sud, in piena area del Parco naturale regionale costiero «Otranto-TricaseLeuca». I militari hanno scoperto diverse aree in cui è stato fatto scempio dell’ambiente e del paesaggio: specie attraverso colate di cemento sulla scogliera per la realizzazione di piattaforme che rendono più comoda la vita dei villeggianti. Ma deturpano irrimediabilmente l’habit naturale. In un caso perfino con la posa di erbetta sintetica.
Ed è scattato il sequestro di discese a mare abusive, suppellettili da spiaggia e di aree cementificate. Tre persone sono finite nei guai.
Un primo sopralluogo ha riguardato un’area di pertinenza di un hotel, dove era stato realizzato uno stabilimento balneare. Il pool intervenuto ha evidenziato la posa di un impianto elettrico su un muro in area demaniale, la costruzione di un chiosco bar in area privata ma senza l’autorizzazione prevista dal codice della navigazione perché nella fascia entro i 30 metri dal Demanio marittimo, una struttura ombreggiante, tre docce, due spogliatoi, un deposito amovibile in legno, tre separé e una scala per accedere da un terrazzamento a un altro.
Tra i materiali sequestrati si contano 16 lettini da spiaggia, otto ombrelloni, altrettante basi di sostegno, due vasi di fiori e 78 metri quadrati di erbetta sintetica. Dal confronto con la concessione ricevuta nel 2014, sarebbe emerso che una parte dell’area destinata a fioriera avrebbe subito una modifica con l’abbattimento di un muro di contenimento e la rimozione della vegetazione preesistente, utilizzando lo spazio ricavato per la posa di tre tavoli con struttura ombreggiante e un fouton (divano letto). Non solo: i militari hanno scoperto che la realizzazione, già ritenuta abusiva, sull’intera area demaniale antistante all’hotel, di un massetto in conglomerato cementizio non era stata mitigata con la posa di una pavimentazione in pietrame naturale come aveva disposto la Regione.
Eppure l’area è tutelata dai vincoli ambientale e paesaggistico e le strutture risultano posizionate in un’area di tutela ambientale classificata come sito di importanza comunitaria. Al termine dei sopralluoghi sono stati denunciati la legale rappresentante che gestisce l’hotel e un tecnico del locale ufficio comunale, a cui vengono contestati i reati di falsità materiale commessa in atti pubblici e abuso d’ufficio.
Il secondo sequestro è stato operato ai danni di una società che gestisce case vacanza, davanti a una villa sul mare in località “Fiumi argentiera”. Qui, a una distanza di soli cinque metri dal mare, è stata scoperta una piattaforma abusiva in cemento su cui erano stati posizionati ombrelloni, lettini, paletti e una cima di delimitazione, che sono stati immediatamente rimossi e posti sotto sequestro. Un approfondimento sulla concessione demaniale marittima relativa alla discesa a mare della villa, che sarebbe risultata scaduta, ha portato anche a scoprire un deturpamento con abbondante utilizzo di calcestruzzo, anche se non di recente fattura. Anche in questo caso l’area rientra in un sito di importanza comunitaria. A finire segnalato all’autorità giudiziaria della Procura leccese è stato l’amministratore unico della società immobiliare.
L’ultimo sequestro è stato effettuato a carico di ignoti in località «Argentiera», dove sono stati rinvenuti 17 ombrelloni, una base, nove lettini e 24 tra sedie da spiaggia e sdraio che erano stati posizionati occupando illegittimamente l’area demaniale che invece doveva essere lasciata alla libera fruizione.
Una vera e propria controffensiva quella della Guardia costiera, indispensabile per individuare gli abusi e tutelare ciò che resta di incontaminato sulle coste del Salento.