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«Papà mi ha picchiato» 16enne chiede aiuto alla prof

Il ragazzo, studente di un istituto tecnico, è ricoverato al Fazzi. Indaga la polizia

Fabiana pacella

«Sono stato picchiato da papà».

È suonato più o meno così il grido d’allarme che uno studente di 16 anni, ha lanciato ieri mattina a una docente e la dirigente dell’Istituto Tecnico De Pace di Lecce, dove frequenta il terzo anno.

Si è presentato a scuola malconcio, con evidenti segni di percosse, spaventato ma pieno di coraggio. Il coraggio di chiedere aiuto e squarciare un velo su una condizione di paura vissuta troppo a lungo tra le mura domestiche.

Questo il suo racconto. Gli agenti della questura di Lecce la verificheranno, parola per parola. E segno per segno. Quelli che lo studente aveva sul corpo.

Anche le tracce ematiche presenti sulla maglia che l’adolescente indossava saranno oggetto d’indagine. Un lavoro complesso e delicato perché c’è di mezzo un minore.

Stando a quanto raccontato dalla presunta vittima, di origini asiatiche ma residente a Lecce col padre, commerciante, i fratelli e la sorellina minore, botte e minacce in casa sono all’ordine del giorno da tempo.

Mercoledì sera, un’altra furibonda lite con l’uomo che dovrebbe proteggerlo e rassicurarlo e la fuga, per evitare di prendere altre botte. Il ragazzo ha vagato a piedi, per alcuni chilometri e si è appisolato in strada, nei pressi del cimitero comunale.

Stremato e terrorizzato ha provato a chiedere aiuto ad una delle persone di cui più si fida al mondo, la sua insegnate, e le ha telefonato. Senza successo.

Erano le 4 del mattino, il cellulare contattato non era acceso, data l’ora.

Da lì l’idea di tornare a casa, nella speranza che gli animi del genitore si fossero placati.

Niente. Di paura in paura, di violenza in violenza. Altre urla, altre botte e nessuno a prendersi cura di lui. La mamma è lontana, nel Paese d’origine, e probabilmente non è a conoscenza dell’incubo vissuto dai figli.

Il ragazzo non si è perso d’animo, ha deciso di presentarsi a scuola in quelle condizioni, con la maglia sporca e i lividi dappertutto. Ha chiesto subito di parlare con la docente cui è affezionato e con la quale si sente al sicuro e con la dirigente.

Ha raccontato la sua storia, tutta d’un fiato. Era a pezzi, scosso da paura e tristezza, tremava come una foglia. I segni di cui parlava erano evidenti e da scuola non hanno perso tempo.

È immediatamente partita la segnalazione a servizi sociali, 113 e 118, volanti e ambulanze sono giunte subito dopo a scuola.

Il 16enne è stato condotto all’ospedale Vito Fazzi dov’è tuttora ricoverato, e sottoposto ad una serie di accertamenti per verificare la gravità delle ferite riportate e le sue generali condizioni di salute., fisica e psichica.

Che fosse stato picchiato era fuori di dubbio, passato lo choc però sarà necessario verificare che ogni sua parola corrisponda a realtà e garantirgli soprattutto che quanto gli è accaduto non si verifichi mai più.

L’indagine coinvolgerà, con ogni probabilità, tanto la procura ordinaria che quella dei minori, la vittima e il padre – almeno fino a quando non sarà fatta completa chiarezza sull’accaduto -, non condivideranno gli stessi spazi.

In forse anche la posizione dei fratelli dell’adolescente. “Papà picchia sempre anche loro “, avrebbe infatti raccontato nel suo lungo sfogo di dolore.

Confortante, eccellente, il lavoro svolto da docenti e dirigenti dell’istituto. In primis nel riuscire a creare finestre di dialogo e fiducia con i loro ragazzi, in un momento storico in cui questo sembra essere sempre più difficile. E poi per la tempestività nel chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e chiedere, proprio come l’alunno, aiuto e chiarezza.

Il ragazzino avrebbe raccontato peraltro, di avere problemi di udito proprio a causa delle percosse subite. Anche questo inquietante dettaglio sarà verificato e riscontrato dalle autorità competenti

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