macchina del tempo
Le camicie nere verso la Capitale
Il racconto della Marcia di cent’anni fa
«Calmo concentramento di camicie nere intorno a Roma», «tranquillità in tutta Italia», si legge sul Corriere delle Puglie del 28 ottobre 1922: un’ossessiva insistenza sulla quiete sembra quasi rivelare che, in realtà, la situazione sta diventando sempre più tesa in tutta Italia. Dopo giorni di esitazione la decisione è stata presa: il capo del governo Luigi Facta, entrato in carica nel febbraio 1922, si è dimesso. «Il Consiglio dei Ministri di questa sera è stato molto importante non solo per la deliberazione di rassegnare le dimissioni all’arrivo del Re, ma anche per le misure adottate allo scopo di tutelare l’ordine pubblico. Già da cinque giorni, in base ad istruzioni precise inviate dalle supreme autorità centrali, erano stati ordinati preventivamente i passaggi all’autorità militare dei poteri dei Prefetti».
I fascisti non perdono tempo, la mobilitazione deve irrevocabilmente iniziare. Da diverso tempo pianificano di prendere il potere con la forza: l’idea di un’azione sediziosa di reparti armati che marciano verso la capitale per abbattere il governo in carica, in realtà, era nata nell’ambiente dannunziano al tempo dell’impresa di Fiume. La dislocazione delle forze fasciste e la concentrazione nella capitale si rende necessaria, inoltre, a causa della minore presenza di squadristi a Roma rispetto ad altre zone del centro-nord: il piano prevede, dunque, l’assunzione del comando da parte dei quadrumviri e l’occupazione degli edifici pubblici delle principali città: una volta resa concreta la minaccia, sarebbe stato inviato un ultimatum a Facta per la cessione dei poteri. Azioni analoghe, in scala minore, erano state già intraprese nell’estate del 1922 in occasione delle occupazioni di diversi municipi. Mussolini teme, però, che l’intervento dell’esercito possa vanificare ogni sforzo: per questo ha messo in atto una complessa manovra strategica volta a rassicurare il Re e a ottenere che gli alti gradi dell’esercito rinuncino a reagire alla marcia dei fascisti.
«Al Ministero degli Interni è giunta oggi la notizia della partenza di due treni dalla stazione di Pisa, carichi di fascisti diretti a Roma», si legge sul Corriere. In effetti, nella serata del 26 ottobre dalla città toscana si è dato il via alle operazioni. Mussolini, da Napoli, dove qualche giorno prima ha presenziato ad una grande adunata, che è servita come prova generale e come diversivo per il più grande progetto, è tornato a Milano: al sicuro e abbastanza vicino al confine svizzero, segue con impazienza lo sviluppo degli eventi. È il 28 ottobre 1922: per vent’anni si sovrapporrà un nuovo calendario che avrà come punto di partenza proprio questa data. È iniziata l’era fascista.