DALL'ARCHIVIO STORICO

Aprile 1945: ecco gli alleati

Annabella De Robertis

Sulla «Gazzetta» la caduta del fascismo e l’armistizio siglato con gli angloamericani nel ‘43: l’Italia è divisa in due

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno le notizie principali riguardano l’avanzata delle truppe alleate sul fronte italiano. Per una parte del Paese la guerra dura, ormai, da quasi cinque anni: dopo la caduta del fascismo e l’armistizio siglato con gli angloamericani nel ‘43, l’Italia è, infatti, divisa in due. Gli ex alleati tedeschi si sono trasformati in forza di occupazione in tutto il centro-nord; il re e Badoglio, invece, rifugiatisi a Brindisi, hanno dato vita al «Regno del Sud», con il controllo degli Alleati, e si sono ricostituiti partiti antifascisti. Con la graduale liberazione del Paese dall’occupazione tedesca, il Governo si sposta prima a Salerno nel febbraio 1944, poi a Roma nel luglio dello stesso anno. Mussolini, nell’Italia occupata, ha fondato la Repubblica Sociale Italiana, un governo collaborazionista, appoggiato da Hitler, per contrastare Alleati e partigiani, i quali si sono organizzati militarmente in brigate nelle valli montane e nelle città in Gruppi di Azione Patriottici: è, ormai, guerra civile.

Gli antifascisti, i Patrioti, come comunemente sono chiamati, vivono in clandestinità e spesso sono vittime di delazioni, rastrellamenti, deportazioni, fucilazioni: anche la popolazione civile che li appoggia subisce violente rappresaglie da parte dei nazifascisti. L’inverno 1944-’45 è stato particolarmente duro per le forze alleate e per i gruppi partigiani: la violenza feroce dei nazisti ha indotto il comando supremo anglo-americano a rinviare l’offensiva finale. Il momento giusto arriva nei primi giorni di aprile, quando il maresciallo Kesselring, capo delle forze tedesche in Italia, è stato richiamato in Germania. Gli Alleati, dunque, passano all’attacco sul fronte adriatico e tirrenico: i gruppi di combattimento dell’esercito italiano sono pronti a intervenire con loro. È il generale Mark Clark, si legge sulla Gazzetta, ad annunciare che reparti della V Armata, agli ordini di Truscott, stanno per irrompere in Val Padana: la liberazione di Bologna, per concorde parere degli alti ufficiali alleati, può ritenersi imminente.
Un trafiletto è dedicato alle parole di Ivanoe Bonomi, presidente del Consiglio di un Paese non ancora completamente liberato: egli ha annunciato di avere piena fiducia nella politica unitaria del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia e nelle Forze volontarie della Libertà, «che degnamente assolvono i compiti ad esse affidati dai rappresentanti del governo nazionale nell’Italia occupata». La prossima liberazione del territorio nazionale avverrà, per Bonomi, «nella concordia degli animi e nell’atmosfera della restaurata democrazia».

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