Accadde oggi
Dai legionari di D’Annunzio alla terza pagina
E un ritratto di Einstein, premio Nobel per la fisica nel 1921
Prodromi di un nuovo movimento dannunziano Nella città di Fiume si gioca una strategica partita. Sul Corriere delle Puglie dell’8 marzo 1922 leggiamo di legionari vicini a Gabriele D’Annunzio pronti ad armarsi, ancora una volta, e a combattere per la causa che già nel 1919 li aveva mobilitati. Dopo il fallimento di quell'impresa, infatti, si era giunti al Trattato di Rapallo, con cui Fiume era stata dichiarata Stato libero e indipendente. Il 2 marzo 1922 dopo il colpo di mano di repubblicani, fascisti ed ex-legionari e le dimissioni del governo autonomo guidato da Zanella, tutto sembra pronto per una definitiva annessione della città all’Italia. Questa volta, però, tarda ad arrivare un esplicito appoggio da parte di Mussolini, che si guadagna, così, critiche e aspri attacchi da parte dei camerati fiumani.
Einstein In terza pagina, sul Corriere delle Puglie dell’8 marzo 1922, compare il ritratto di uno scienziato tedesco, «uno dei più moderni spiriti europei». A firmare l’articolo è Giuseppe Alberto Pugliese, insigne avvocato, nato a Toritto, deputato per diverse legislature. Strenuamente si era battuto per la realizzazione dell’Acquedotto pugliese e aveva fondato la Rivista di giurisprudenza, imponendosi come uno dei più brillanti giuristi della sua epoca. Lo scienziato tedesco di cui scrive sul Corriere è Albert Einstein, vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1921: secondo Pugliese, però, non è la teoria della relatività il suo merito più grande, ma il rifiuto di firmare l’appello con cui nel 1914 ben novantatre scienziati tedeschi intendevano smentire le responsabilità della Germania nella guerra appena scoppiata. «Del resto il vero scienziato ha per patria il mondo, anzi l’universo, se è vero che esistono altri cieli, altre terre, altre umanità». Con quel primo atto, Einstein si era guadagnato il disprezzo dei suoi colleghi, che negli anni seguenti si farà sempre più intenso fino a generare una vera e propria campagna antisemita nei suoi confronti: sarà costretto, infine, a trasferirsi negli Stati Uniti. «Se, come dice il Moch, la vera felicità consiste nell’aprire nuove vie alla scienza e per nuove dottrine dischiudere alla mente nuovi orizzonti spirituali, lo Einstein deve essere veramente un uomo felice», conclude Giuseppe Alberto Pugliese, che con questo pezzo inaugura una nuova e intensa collaborazione con Il Corriere delle Puglie.