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Le fiamme del caldo nell’inferno carcerario

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

Le fiamme del caldo nell’inferno carcerario

Sovraffollamento e afa. «Nessuno tocchi Caino»: «in queste giornate di afa, le celle sono delle camere a gas».

Giovedì 10 Luglio 2025, 13:02

Ventidue ore rinchiusi in una cella sovraffollata e surriscaldata. Questa è la condizione dei detenuti nelle carceri italiane. «In queste giornate di afa, le celle sono delle camere a gas». Elisabetta Zamparutti, uno dei fondatori dell’associazione «Nessuno tocchi Caino» racconta le condizioni delle carceri. Condizioni che di fatto non rappresentano una novità. Lo dicono i report del Garante, lo denuncia l’alto numero di suicidi, lo raccontano le associazioni impegnate sul campo.

Gli istituti penitenziari sono soffocati dal sovraffollamento e dall’inadeguatezza delle strutture. E la Puglia in questo non si distingue. In particolare, Foggia che ospita il secondo carcere più affollato di Italia con un tasso che - secondo i dati diffusi nel XXI Rapporto sulle condizioni di detenzione dell’associazione Antigone - supera il 210 per cento. Non va meglio nel resto della regione. E così a oltre dieci anni dalla pronuncia con cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sanzionato l’Italia per le condizioni di sovraffollamento delle carceri il nostro Paese rischia ancora di essere richiamato per lo stato degli istituti di pena.

«Le proposte negli anni sono state tante – prosegue Zamparutti – Si è anche ipotizzato di costruire nuovi istituti penitenziari. Ma l’emergenza è adesso. Il caldo è adesso. Questa è la vergogna di uno Stato che ha la presunzione di educare ma che non rispetta la legge». E l’onda dello sdegno sta lentamente coinvolgendo anche pezzi di politica. A iniziare lo sciopero della fame Rita Bernardini, presidente di «Nessuno tocchi Caino». Uno sciopero iniziato ad aprile scorso. «Un atto di giustizia e responsabilità politica: un indulto generalizzato è oggi necessario per ridurre la pressione intollerabile che grava sul sistema penitenziario italiano. Non si tratta solo di dare respiro alle carceri, ma di riaffermare il principio costituzionale del rispetto della dignità umana».

«Il caldo arroventa il sovraffollamento nelle celle, ma la politica dorme con l’aria condizionata». A scriverlo, in una lettera rivolta al Governo è l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, detenuto nel carcere di Rebibbia. Nel suo «diario di cella» racconta il cento ottantesimo giorno di detenzione. «E’ stato necessario – sottolinea Pietro Rossi, garante regionale dei diritti dei detenuti - che un ex politico raccontasse le condizioni del carcere per riparlarne. Ormai da decenni i detenuti, quelli che nessuno conosce, vivono oltre i limiti della dignità umana. Il caldo soffocante di questi giorni finirà ma l’emergenza in carcere proseguirà. Il carcere ad oggi non ha quindi una funzione rieducativa. Questo, voglio precisarlo, non ferma i professionisti di buona volontà che ogni giorno fanno quanto possono: progetti, e piccole battaglie che cerchiamo di vincere. Perché nel carcere non ci sono aguzzini. C’è una sorta di collaborazione nell’emergenza. Tra detenuti e chi in carcere lavora nelle loro stesse condizioni. Al caldo d’estate, al freddo di inverno».

«A Trani – spiega il Garante uscente dei diritti dei detenuti, Elisabetta De Robertis – ci sono due istituti penitenziari distinti tra uomini e donne. Quattrocento quindici uomini a fronte di una capienza di trecento ventitré posti. E in quello femminile, quarantacinque donne su trenta posti. Nel complesso la situazione è al limite. Ci sono tante difficoltà da affrontare. Per esempio il carcere femminile non è provvisto di docce nelle celle e quelle che ci sono possono essere utilizzate solo in orari prestabiliti. Questo sicuramente crea un grande disagio».

E sulle condizioni degli istituti e sulla loro funzione educativa, De Robertis precisa: «Nella maggior parte dei casi resta una esperienza traumatica. La verità è che sui detenuti non si scommette e il reinserimento molto spesso fallisce. Mentre il carcere resta di fatto un ‘mondo escluso».

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