Le dichiarazioni
Decaro difende il voto favorevole al piano europeo per le armi: «Con Trump siamo costretti a difenderci»
L'europarlamentare pugliese: «La nostra scelta non è una sfiducia alla segretaria Schlein». Frenata sulle liste per le Regionali: «Non mi sono ancora candidato»
BARI - «Sarò a Roma per la manifestazione sull’Europa lanciata dallo scrittore Michele Serra come adesso sono qui per discutere di Green Deal con l’assessore regionale Serena Triggiani»: Antonio Decaro, eurodeputato del Pd e candidato in pectore come governatore del centrosinistra per le prossime Regionali, ha appena concluso un intervento sui temi del cambiamento climatico e della necessità di competitività delle imprese a Villa Romanazzi, e si ferma un attimo prima di riprendere gli impegni della sua affollatissima agenda. L’ex sindaco di Bari è particolarmente ispirato e ha spiegato alla platea «il tempo pazzo» dei nostri giorni anche con una citazione musicale, evocando «la neve d’agosto», da un brano di Gigi D’Alessio.
La giornata è quasi estiva e il leader, mentre indossa il cappotto per andare via, viene letteralmente assalito da una serie di interlocutori che gli chiedono incontri o solo un selfie. Qualcuno cerca un caffè ma le macchinette, casualmente quelle con la miscela progressista Illy, sono state appena smontate e portate via.
Il Pd è reduce dalla spaccatura a Strasburgo sul ReArm (la posizione della leader Elly Schlein contro il piano sugli armamenti di Ursula von der Leyen ha trovato ben dieci voti in dissenso, compreso quello del parlamentare barese). Il clima è acceso. Il capogruppo al Senato Francesco Boccia, sul «Corriere», ha provato insieme a stigmatizzare la gravità della frattura interna e a invitare tutti a contribuire concretamente all’unità del partito, per costruire una alternativa al governo sovranista di Giorgia Meloni.
La prima fase di luna di miele della segreteria Schlein è chiusa. Ora inizia un nuovo viaggio, e Decaro accoglie l’invito costruttivo del politico di Bisceglie: «Che succede nel Pd? C’è una dialettica all’interno di un partito ampio, con sensibilità diverse. L’andare verso una difesa comune in Europa è un tema che fa discutere: per qualcuno questo procedere con il ReArm è stato sbagliato, per altri è stato un primo passo». Di sicuro ci sono stati ben dieci voti a favore della proposta, e questo è avvenuto anche per il lavoro che nella delegazione socialista ha svolto Nicola Zingaretti, per concertare una posizione della maggioranza. «L’Europa, anche quella immaginata da Altiero Spinelli, quella degli Stati Uniti d’Europa discuteva di Difesa e si proponeva di fare il primo avvicinamento alla Difesa comune. Ora viviamo - spiega Decaro - tempi in cui la pace non è scontata».
Il nuovo corso della Casa Bianca ha cambiato anche gli scenari dati per acclarati fino a qualche mese fa: «Abbiamo avuto l’ombrello degli Stati Uniti a lungo, con le ultime dichiarazioni di Donald Trump, nulla è più scontato». E puntualizza: «È giusto avere una Difesa a protezione dell’Unione europea, per la democrazia e la pace».
Non la pensa così la Schlein, che ha usato il sostantivo «chiarimento» per indicare il passaggio necessario a governare il partito, mentre altri evocano un futuro congresso: «Le due sensibilità del Pd sono state espresse all’interno della delegazione a Bruxelles. Abbiamo discusso a lungo e trovato una soluzione di compromesso (il riferimento è all’astensione dei pacifisti Cecilia Strada e Marco Tarquinio, tentati dal votare no, ndr)». «È giusto discutere in un partito popolare - chiosa Decaro, rassicurando il Nazareno -. Ci sono sono sensibilità diverse ma nessuno mette in discussione la linea della segreteria e men che meno la segreteria».
Due battute finali. La prima è sulle Regionali. Qui tutti vogliono mettere il brand Decaro sul simbolo della propria lista civica. «Tutti pazzi per il mio nome? Ma io non mi sono candidato. Perché parlano delle liste?». Poi si fa serio e stigmatizza la bagarre: «Non ci sono liste perché non c’è al momento una candidatura Decaro. Mancano molti mesi, e io sono solo ospite dell’assessore all’Ambiente Triggiani, per parlare di temi che seguo in Europa come la difesa della diversità». Poi chiarisce sulla futura tempistica di una sua eventuale candidatura: «Non c’è una data delle Regionali, non si sa se si voterà in autunno o nel 2026. Quando arriverà il momento deciderò insieme ai pugliesi. Come ho sempre fatto. Ho imparato che non sono decisioni che si prendono da soli. La gente mi ha chiesto di fare il parlamentare europeo, e lo sto facendo con il massimo impegno». L’incontro sul destino del Bari calcio, promosso e annullato da Decaro, è uno dei tormentoni di questi giorni: in città molti attendono una nuova data. «È rimandato solo di qualche giorno. Voglio - conclude l’ex presidente Anci infervorandosi - che venga capita la scelta. Mi sono preso la responsabilità di aver dato il Bari ai De Laurentiis: queste sono le scelte politiche amministrative, come per aver tolto le palme da Via Sparano. Quella del Bari è stata la scelta più difficile del mio percorso, nella prossima riunione spiegherò le mie motivazioni».