Il caso

Milano, il poliziotto brindisino ammette gli accessi illegali alle banche dati: «Era un favore al mio ex capo»

Gli interrogatori di garanzia per l'inchiesta su Equalize. Il finanziere Schiano della Dia di Lecce sceglie di non rispondere al gip

Ha ammesso di aver fatto controlli nella banca dati Sdi il brindisino Marco Malerba, uno dei due appartenenti alle forze dell’ordine sospesi il 25 ottobre nell’ambito dell’indagine di Milano sui dossieraggi. L’uomo, 50 anni, è stato interrogato ieri dal gip Fabrizio Filice e (difeso dall’avvocato Pietro Romano) ha fatto parziali ammissioni: «Ci scambiavamo favori e non sono riuscito a dirgli di no», così si sarebbe giustificato Malerba rispetto alle richieste che gli sarebbero arrivate da Carmine Gallo, l’ex poliziotto ritenuto al vertice della struttura illegale della società Equalize.

Ha invece scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere il finanziere Giuliano Schiano, napoletano in servizio alla Dia di Lecce, anche lui accusato di aver fatto gli accessi illeciti nelle banche dati delle forze dell'ordine. Schiano è stato sentito in videoconferenza.

I quattro indagati principali, finiti ai domiciliari, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al gip ma hanno fatto dichiarazioni spontanee. «Sono un servitore dello stato, parlerò ai pm per dimostrare la mia innocenza», ha detto Carmine Gallo. Anche Nunzio Samuele Calamucci, l'hacker del gruppo, non ha risposto ma ha fornito dichiarazioni in un documento scritto, così come Massimiliano Camponovo e Cornelli.

Privacy Policy Cookie Policy