Il caso
Ance, l’allarme rigenerazione urbana «Ora redistribuire i fondi nel Sud»
È quanto sostiene l'associazione nazionale dei costruttori edili (Ance). Smentita però dal Ministero del Pnrr che ritiene, in sintonia con la Corte dei conti, che il Piano nazionale porterà a termine i suoi progetti
Si è aperta una nuova questione meridionale che porta il nome di Piano nazionale ripresa e resilienza. È quanto sostiene l'associazione nazionale dei costruttori edili (Ance). Smentita però dal Ministero del Pnrr che ritiene, in sintonia con la Corte dei conti, che il Piano nazionale porterà a termine i suoi progetti e l'attuazione allo stato è in linea con i programmi presentati. Ma procediamo per gradi. A far discutere è uno studio dell’Ance milioni miliardi contro circa 1,4 miliardi, il cinquantotto per cento contro il ventisette per cento. Questa ricostruzione non risulta però al Ministero del Pnrr. Conti alla mano però, secondo l’Ance, il quarantacinque per cento dei definanziamenti determinati dalla revisione del Piano colpirà le regioni del Sud. Un dato allarmante, soprattutto perché il Pnrr è nato con l'obiettivo di ridurre le distanze tra nord e sud Italia. Grande preoccupazione quindi anche in Puglia dove, sempre secondo Ance, sarebbe a rischio il finanziamento di quarantanove progetti volti alla rigenerazione delle periferie di comuni della Puglia per cento ottantatré milioni di euro (previsti nei Piani Urbani Integrati del Pnrr) e di cento ottantanove progetti (per quattrocento milioni di euro) per progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale in altri Comuni della Puglia. «Tra i progetti - spiega Gerardo Biancofiore, presidente Ance Puglia - che, a causa della revisione del Pnrr, saranno totalmente e parzialmente defmanziati in Puglia stimiamo un taglio totale di quasi 860 milioni di euro. Esprimiamo, quindi, forte preoccupazione rispetto alla ridistribuzione dei fondi ma auspichiamo che queste opere vedano comunque la luce. Con i fondi del Pnrr eravamo sicuri che questo potesse avvenire perché erano previsti tempi certi di realizzazione. La rimodulazione, invece, implica altre fonti di finanziamento, con i tempi che inevitabilmente si dilateranno. Ci auguriamo che queste opere vengano comunque terminate, in quanto fondamentali per la rigenerazione urbana e la riqualificazione di tante periferie degradate della nostra regione». Dello stesso avviso il presidente di Ance Bari e Bat, Nicola Bonerba: «Con grande apprensione siamo in attesa dell'elenco dettagliato delle opere definanziate dal Pnrr sul territorio barese. Soprattutto, ci preoccupa il definanziamento di progetti afferenti due misure fondamentali: i piani urbani integrati e i progetti di rigenerazione urbana. I primi migliorerebbero e riqualificherebbero le periferie delle Città Metropolitane, trasformando così i territori più vulnerabili in smart city e realtà sostenibili. I progetti di rigenerazione urbana, invece, sono nevralgici nell'ambito della transizione energetica sostenibile e mirano anch'essi a ridurre fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale».