Giù le mani da Bari

D'Attis: «Dopo le parole di Emiliano chiedo approfondimento della Commissione Antimafia»

Il parlamentare brindisino di Fi: «Programmare serie audizioni»

BARI - «Le dichiarazioni rese pubblicamente ieri dal presidente Emiliano sono degne di un approfondimento della commissione antimafia». Così il vice presidente della commissione Antimafia, Mauro D’Attis. «Sul caso di Bari - prosegue D’Attis - oltre che acquisiti tutti gli atti, va programmata anche una serie di audizioni. Tra queste quella di Antonio Di Matteo, ex presidente dell’Amtab, la municipalizzata di Bari che oggi su un quotidiano locale parla di concorsi truccati, denunce e, soprattutto omertà: parole che disegnano un quadro gravissimo, patologico, che merita un attento approfondimento in tutte le sedi».

L'affondo di Crippa: «Il Comune di Bari va sciolto»

«Il Viminale proceda quanto prima con lo scioglimento del comune di Bari. Dopo l’autodenuncia di Emiliano è impossibile e intollerabile continuare ad avere in carica un presidente di Regione e un sindaco del capoluogo che si affidano alla sorella di un boss per portare avanti l'attività sul territorio». Così il vicesegretario federale della Lega Andrea Crippa.

Calderoli: «Norma sullo scioglimento dei comuni va cambiata»

La norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazioni per mafia va cambiata? «Assolutamente sì. Purtroppo quella parte è all’interno del testo unico sugli enti locali». Ma «l'ho detto a Piantedosi: stralciamola quella parte. Forse la discrezionalità che si lascia a questa parte, chiamiamola amministrativa, è un pò eccessiva. Ci vorrebbero delle regole più chiare sul 'quandò, il 'comè, e il 'sè, deve essere disposto lo scioglimento». Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, alla scuola di formazione politica Lega, al centro Congressi Palazzo Rospigliosi a Roma. Bari va sciolto? «Non ho la sfera cristallo, non è il mio ruolo, e non ne ho le competenze», ha risposto Calderoli che, rivolgendosi ai giovani in sala, ha aggiunto: «Il mio consiglio politico è: prima si studia e poi si delibera».

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