Il dibattito
Pnrr, Pd contro il governo ma Fitto prova a mediare
Il ministro: «Abbiamo approvato emendamenti dem e M5s»
«L'auspicio che portiamo in quest’Aula è che si apra un confronto serio e che ci siano proposte concrete. Auspichiamo che su questi temi ci sia un approccio concreto e costruttivo che noi intendiamo sicuramente recepire. Ma le parole d'ordine siano serietà e responsabilità altrimenti c'è solo la polemica politica che non serve a nessuno»: così il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto (Fdi) ha sintetizzato il suo intervento di replica in Aula al Senato sul dl Pnrr. Il dibattito pomeridiano era iniziato con un attacco frontale del Pd, con il senatore Alessandro Alfieri, responsabile del partito responsabile Riforme e Piano europeo: «Non sono più sopportabili ulteriori rinvii sul Pnrr. Ora Fitto è al Senato: ci dica subito come il governo intende gestire il più grande piano di investimenti e di crescita del nostro Paese. In Senato stiamo discutendo un decreto sulla governance e non sappiamo ancora come pensino di superare i ritardi e quali progetti intendano cambiare».
Il ministro pugliese è stato invece conciliante nelle risposte. «Avremo diverse occasioni di confronto in Parlamento». E ha evidenziato come molte difficoltà derivino dalle procedure ereditate: «Se in passato ci fosse stato più confronto parlamentare non saremmo qui a parlare di diversi problemi perché li avremmo potuti affrontare prima». Ha anche teso una mano alle opposizioni: «In commissione abbiamo approvato numerosi emendamenti del Pd e dei 5S», rimarcando che sul decreto che punta a semplificare la governance dei progetti anche Province, Comuni e Regioni hanno dato parere positivo sul decreto.
In questo contesto c’è stato anche un intervento sibillino del capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, che ha fatto sottintendere come l’eccessivo indebitamento possa minare la sovranità nazionale: «C'è una corrente di pensiero che sostiene che c'è qualche forza politica, spero non sia vero, che quasi spera che ci indebitiamo sempre di più con l'Europa, così poi a comandare questo Paese saranno le istituzione Ue e non il governo legittimamente votato dagli italiani». «Sapevamo - ha puntualizzato - che c'era una parte di soldi che avremmo fatto fatica a spendere, sapevamo che ci sono stati cambiamenti. Il governo ha solo detto di spostare i soldi da opere che sappiamo di non poter mai realizzare a opere certe». La conclusione: «Si prende coscienza che non erano tutti soldi regalati: ragioniamo su quali sono le opere che potranno essere realizzate. Una proposta, arrivata da Calenda, è stata quella di spostare i soldi sull'industria 4.0 È un'idea intelligente. Vediamo. Fitto ha fatto riferimento ai fondi di coesione. Questa dovrebbe essere la discussione, ma c'è un infantilismo politico».