L'intervista

Mario Tozzi: «Altro che allarmi! Le eco-decisioni sono ancora a zero»

Enrica Simonetti

Il geologo: Italia schiava di chi non vuole innovare

«Passi in avanti non ne vedo», dice un po' sconsolato Mario Tozzi. Lui, geologo e divulgatore scientifico, autore di libri, ma anche autore e conduttore televisivo, combatte da decenni con la sua arma: le parole. Non perde il fiato, ma con amarezza sostiene che – dal punto di vista istituzionale – sul piano ambientale «siamo ancora allo zero assoluto».

E in questa intervista - che presenta gli «Energy Talks» del gruppo Hope, da oggi in Puglia a Bari, Brindisi e Lecce - lancia accuse specifiche contro il sistema Italia, contro gli imprenditori poco illuminati e contro una mentalità ancora insensibile e attendista rispetto ai grandi temi dell'emergenza ambientale. Su tutto, la foga di guadagno, la voglia di monetizzare fino all'ultimo milione.

Mario Tozzi, la sua voce contro lo choc ambientale e il silenzio del mondo non si ferma. Crede che la consapevolezza sia aumentata in questi anni?

«Sono molto sconfortato dal fatto che passi in avanti non si vedano. Dal punto di vista decisionale nessuno fa assolutamente nulla: sì, lei parla di consapevolezza aumentata e in effetti questa almeno nei giovani esiste e cresce. Hanno ragione – secondo me – anche gli imbrattatori, gli ambientalisti che si rendono protagonisti di spettacolari forme di protesta. Ovviamente, non ne condivido i modi, non sono le mie maniere ma hanno ragione da vendere e vogliono esprimerle attraverso una lotta. Eppure noi, con la nostra ipocrisia, non condanniamo quello che succede nel mondo e cioè lo scempio dell'ambiente, ma condanniamo queste proteste che in effetti hanno modi forti».

Il silenzio che lei denuncia è quindi istituzionale?

«Sì, siamo a zero. Nessuno prende le decisioni che sarebbero necessarie. Siamo ancora a discutere se bloccare le auto a combustione nel 2035, certo che le dobbiamo bloccare! Ma prevale una guerra per bande in cui vincono i soliti gruppi industriali»...

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