il caso
Caro benzina, speculazione sui listini? Indaga anche la Procura barese
È la denuncia formalizzata dal Codacons in tutta Italia. Accertamenti delegati alla Guardia di Finanza
BARI - «Speculazione sui listini dei carburanti». È la denuncia formalizzata dal Codacons in tutte le Procure d’Italia e sulla base della quale anche la magistratura barese ha ora formalmente aperto una indagine. Un fascicolo che, per il momento, è iscritto come modello 45, cioè senza ipotesi di reato né indagati, ma nell’ambito del quale la Guardia di Finanza, delegata direttamente dal procuratore Roberto Rossi, dovrà fare accertamenti per verificare se vi siano state «manovre speculative sul mercato». Lo stesso reato che due anni fa la Procura di Bari ipotizzò per i rincari ingiustificati sulle mascherine e che è approdato qualche settimana fa a processo, contestando a un gruppo di imprenditori rincari fino al 4.100% applicati durante il lockdown sulla vendita dei dispositivi di protezione individuale. In quel caso approfittando dell’emergenza pandemica.
Nel caso di benzina e gasolio dell’emergenza bellica. L’inchiesta è ad una fase estremamente embrionale, con le prime verifiche che i finanzieri dovranno effettuare nei distributori di carburante della zona, per capire se vi sia stato e vi sia ancora un deliberato aumento dei prezzi di vendita, con conseguente danno per gli utenti. «La benzina in modalità self ha già superato quota 1,8 al litro, mentre il gasolio in modalità servito ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro - attaccava qualche settimana fa il presidente Carlo Rienzi, annunciando l’esposto - tutto ciò mentre le quotazioni internazionali del petrolio sono in ribasso e non giustificano in alcun modo l’andamento dei prezzi alla pompa, al netto del rialzo delle accise».
Ma prima ancora che l’associazione dei consumatori arrivasse a chiedere ai magistrati di indagare, la Guardia di Finanza del capoluogo aveva già impresso un giro di vite alle ispezioni. Decine i controlli sui prezzi effettuati nelle ultime settimane che avrebbero portato in alcuni casi al riscontro di irregolarità nei confronti degli operatori che non hanno adempiuto all’obbligo di esposizione, nonché di comunicazione periodica al Ministero dello Sviluppo Economico dei prezzi effettivamente praticati per ciascuna tipologia di carburante, in maniera separata per ogni modalità di erogazione. Le Fiamme Gialle, che ora hanno anche la delega a indagare messa nero su bianco dal procuratore Rossi, aveva ricevuto già ricevuto mandato dal Mef di indagare per verificare l’andamento dei prezzi alla pompa, in seguito allo stop definitivo del taglio delle accise scattato il primo gennaio in forza della manovra.
Al netto di irregolarità formali e dell’aumento delle accise, non si hanno conferme al momento che i listini di benzina e gasolio alla pompa siano stati gonfiati, in maniera sistematica e organizzata nei distributori carburanti presenti nel barese. Ma i «furbetti» sono in agguato e fin dall’inizio della crisi che ha portato all’aumento dei prezzi, i tentativi di speculazione sono stati stigmatizzati dagli interventi delle forze dell’ordine, con migliaia di controlli sulla circolazione e il trasporto delle merci, nonché presso le stazioni di rifornimento carburanti, individuando irregolarità nei confronti di diverse decine di operatori che non avevano adempiuto all’obbligo di esposizione dei prezzi effettivamente praticati. L’indagine barese, però, dovrà andare oltre le irregolarità formali e capire se qualcuno, magari non i singoli gestori di distribuzione, abbia approfittato della situazione per arricchirsi.