La notizia
Mafia, 41 bis per Matteo Messina Denaro, arrestato in una clinica a Palermo Trovato e perquisito il covo a Campobello di Mazara
L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido
I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica Maddalena di Palermo. È a Campobello di Mazara, nel trapanese, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. Il nascondiglio, secondo quanto si apprende, è nel centro abitato. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido che ha partecipato personalmente alla perquisizione del covo durata tutta la notte. Matteo Messina Denaro è detenuto nel carcere dell’Aquila. Il covo di vicolo San Vito è di proprietà di Andrea Bonafede, lo
stesso titolare della carta d’identità falsa utilizzata dal super latitante. Non si sa ancora se Bonafede, che ieri era stato interrogato in caserma, sia indagato. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha firmato questa mattina il 41bis per Matteo Messina Denaro.
Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro, è indagato nell’ambito dell’arresto del super latitante. Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. Tumbarello sino a qualche mese fa è stato medico del vero Andrea Bonafede, 59 anni, residente a Campobello di Mazara e avrebbe prescritto le ricette mediche a nome dell’asistito. Ieri i carabinieri hanno perquisito le abitazioni di Campobello, di Tre Fontane e l’ex studio del medico che è stato anche interrogato.
IERI L'ARRESTO
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, 60 anni, è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L'inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. È stato arrestato all’interno di una clinica privata di Palermo, "La Maddalena", dove si sottoponeva alla chemioterapia dopo essere stato operato un anno fa all'addome. Sul documento falso esibito ai sanitari c'era scritto il nome di Andrea Bonafede. Dopo il blitz è stato trasferito in una località segreta e condotto nella caserma San Lorenzo dai carabinieri, per poi dall'aeroporto di Boccadifalco essere portato in una struttura carceraria di massima sicurezza, proprio come accadde al boss Totò Riina, arrestato il 15 gennaio di 30 anni fa. Denaro da oltre un anno faceva periodicamente controlli in quella struttura, che la scorsa notte durante il blitz del Ros era stata messa in sicurezza con diverse decine di uomini per tutelare tutti gli altri pazienti. Quando è stato arrestato non era allettato, ma si stava facendo i controlli. Non ha opposto resistenza al momento dell'arresto. «Bravi, bravi!». Urla di incoraggiamento e applausi nei confronti dei carabinieri del Ros, da parte di decine di pazienti e loro familiari, hanno accompagnato l’arresto del superlatitante. Insieme a lui è stato arrestato anche Giovanni Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), accusato di favoreggiamento. Avrebbe accompagnato il boss alla clinica per le terapie. È un commerciante di olive.
GLI ULTIMI ATTIMI DELLA CATTURA E LA REAZIONE DI GIORGIA MELONI
«Sono Matteo Messina Denaro». Sono state queste le prima parole del boss, che avrebbe cercato di allontanarsi alla vista dei carabinieri. Un tentativo di pochi istanti fermato sul nascere. La certezza è arrivata tre giorni fa, e i magistrati, che da tempo seguivano la pista, hanno dato il via libera per il blitz, I carabinieri del Gis erano già alla clinica Maddalena e il boss, che aveva in programma dopo l’accettazione fatta con il documento falso, prelievi, la visita e la cura, era all’ingresso, a quanto pare al bar, in attesa dell'esito del tampone per il ricovero in day hospital. La clinica intanto è stata circondata dai militari col volto coperto davanti a decine di pazienti. «Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia»: così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta la notizia dell’arresto di Matteo Messina Denaro. «All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia».
DUE MESI FA IL PENTITO BAIARDO: «È MALATO, POTREBBE CONSEGNARSI»
Due mesi fa, nel mese di novembre, le rivelazioni shock del pentito Salvatore Baiardo a Massimo Giletti per Non è l’Arena su La7 avevano in qualche modo «previsto» la cattura di Matteo Messina Denaro. L’uomo che all’inizio degli anni '90 aveva gestito la latitanza dei fratelli Graviano aveva affermato tra l’altro nel corso dell’intervista: «L'unica speranza dei Graviano è che venga abrogato l’ergastolo ostativo» e sul nuovo governo: «Che arrivi un regalino? Magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa per consegnarsi lui stesso per fare un arresto clamoroso?». E anche sulla trattativa Stato-mafia era stato tranciante: «Non è mai finita».
EMILIANO: «DA OGGI L'ITALIA E' PIU' FORTE»
«L'Italia da oggi è più forte. L'arresto di Messina Denaro mi commuove e scarica tutta la rabbia che ho accumulato in tanti anni. Ho telefonato al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per esprimere la gratitudine e l’orgoglio di tutti i pugliesi per questa cattura attesa da decenni». Lo scrive su Facebook il governatore pugliese e magistrato in aspettativa Michele Emiliano.
«L'atroce morte dei martiri di tutte le mafie - e in particolare oggi quella degli eroi siciliani - può trovare giustizia. Non fermiamoci. Fino alla vittoria. Viva la Sicilia, Viva l’Italia, Viva l’Arma dei Carabinieri!», conclude Emiliano.