Politica
Crosetto critica la Bce: «Aggrava la nostra crisi»
Calenda insorge: «Posizioni demenziali e pericolose»
Destra al governo contro i poteri forti. Lo schema è sempre lo stesso ed è ormai ricorrente come un refrain dal 1994, quando l’allora vicepremier Giuseppe Tatarella evidenziò l’ostilità verso l’esecutivo Berlusconi di un pezzo di establishment («I poteri forti sono: la Corte Costituzionale, il Csm, Mediobanca, i servizi segreti, la Massoneria, l’Opus Dei, Bankitalia, i gruppi editoriali con le loro intese, la grande industria privata»). Ora la polemica torna attuale per l’intervista a Repubblica del ministro della Difesa, Guido Crosetto, nella quale ha stigmatizzato il ruolo della Bce e gli effetti delle sue politiche sui conti nazionali. «Le condizioni economiche del Paese rischiano di peggiorare se verranno a mancare le ‘tutele esterne’ che hanno aiutato negli ultimi anni. Per questo fatico a comprendere le ragioni che hanno spinto la Bce a cambiare politica sugli acquisti dei titoli di Stato europei, in un momento già economicamente molto complesso, per certi versi drammatico, come quello che sta attraversando il mondo e l'Ue in particolare»: questo il passaggio che ha reso infuocata a giornata politica.
L’esponente della destra ha poi aggiunto: «Non serve un premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi. Quando Draghi lanciò il whatever it takes, la situazione economica e sociale era enormemente migliore di quella a cui stiamo andando incontro. A maggior ragione oggi non c’era alcuna ragione per una stretta». «L’Europa - conclude Crosetto - deve porsi il tema di come coniugare le rilevanti decisioni politiche, assunte in modo indipendente dalla Bce e dall'Eba, con quelle che prendono la Commissione europea e i governi nazionali. Abbiamo lasciato a organismi indipendenti e che rispondono solo a sé stessi, la possibilità di incidere sulla vita dei cittadini e sull'economia, in modo superiore alla Commissione europea e soprattutto ai governi nazionali. È legittimo chiedersi quanto sia giusto».
Le reazioni delle opposizioni sono state ad alzo zero. Carlo Calenda di Azione: «Questa intervista di Guido Crosetto è demenziale e pericolosa. Demenziale da un punto di vista tecnico - la Bce deve contrastare l’inflazione che mangia i salari e le pensioni - pericolosa perché riesuma tutto l'arsenale di fesserie sovraniste antieuropee». Benedetto Della Vedova (+Europa): «Il suo è un attacco deciso all’indipendenza della Bce dalla Commissione europea e dai governi nazionali». Sarcastico il dem Matteo Ricci: «Pianeta terra chiama Meloni, Salvini, Crosetto. Oggi le loro priorità sono occuparsi di presidenzialismo, criminalizzare attivisti proclima, sbraitare contro la Bce». Puntuto anche l’affondo di Mario Turco del M5S che attacca le politiche economiche del governo definite «un errore strategico che pagheranno gli italiani, così come dimostra già il recente aumento del carburante, a causa di un governo che sulla politica economica annaspa portando il paese in recessione».
Crosetto ha replicato su Twitter: «Sarebbe interessante che i grandi esperti che perdono tempo a commentare le mie interviste, aprissero anche in Italia una riflessione su ciò di cui Blanchard e Krugman stanno dibattendo da tempo, in merito agli strumenti per affrontare l’inflazione. (…) Ho detto che vorrei che la Bce garantisse gli acquisti per poter fare più debito? No! Per avere tassi sostenibili». E poi ha chiarito i termini delle sue critiche alla Banca europea ribadendo di non voler intaccare l’autonomia di nessuno. Sarcastico Maurizio Gasparri di Fi: «Il dogma dell’infallibilità vale per i Papi. E qualcuno, qualche volta, ha da ridire anche in quel contesto. Ma non si estende a chi guida la Bce. La Lagarde ha fatto, nel passato e nel presente, molti errori e quindi non si capisce perché ci si meraviglia delle critiche di Crosetto. Altra guida ed altra tempra erano quelle di Mario Draghi al timone della Bce».