Politica

Crisi d’estate 5S, duello falchi-colombe: «Ci sono dei traditori»

Michele De Feudis

Grillini verso nuova scissione. Donno: «Indeboliscono Conte». Alemanno pro Draghi: non è un reality

Volano gli stracci tra falchi e colombe nell’assemblea congiunta deputati-senatori del M5S, tenuta ieri a Roma: nel mirino finisce la pugliese Maria Soave Alemanno, duramente contestata dopo aver dichiarato di essere intenzionata a votare la fiducia al governo Draghi. «La politica non è un reality show. Non sono i like e i sondaggi che devono dettare la linea. La realtà è fatta di persone che devono sfamare la famiglia con un carovita pazzesco. Non si gioca. Non sarò complice della caduta di un governo perché c’è chi ha già deciso di sfasciare tutto per qualche punto percentuale in più»: questa la sintesi delle dichiarazioni della deputata di Nardò.

La maggioranza degli eletti intervenuti si è schierata a favore della linea del leader pentastellato Giuseppe Conte, ma non sono mancati appelli a sostegno della fiducia al governo Draghi. La senatrice Giulia Lupo ha attaccato i «tiratori scelti» destabilizzerebbero il M5S dall'interno: «Rispetto le idee di tutti, ognuno fa le sue scelte. Ma se lo specchio non può sputarvi, allora forse potrebbe iniziare a farlo qualcuno di noi…». Contro i presunti traditori si è scagliato Leonardo Donno, deputato e segretario regionale dei grillini pugliesi: «Allora è giusto chiarire che la responsabilità della crisi ce l’ha chi questa situazione l'ha creata, chi non ci ascolta rasentando un’umiliazione politica, chi presenta le proprie dimissioni pur avendo un’ampia maggioranza. Dimissioni che non mi risulta abbia presentato quando Lega e Italia Viva hanno votato contro o si sono astenuti su altri provvedimenti in passato».«Evidentemente - chiarisce l’eletto salentino- c’è un piano prestabilito che prevede di indebolire Conte, soprattutto da parte di chi vuole giustificare un proprio tradimento dei principi e dei valori del M5S, il patto con i nostri elettori sottoscritto al momento della nostra candidatura, un tradimento politico e un voltafaccia senza precedenti, messo in atto solo per tutelare i posti di potere e le poltrone di pochi». Donno conclude così: «Siamo e saremo leali nei confronti dei cittadini, non certo di Draghi o del Governo. Di certo, non saremo il tappetino di nessuno».

Tenta una mediazione estrema il senatore barese Gianmauro Dell’Olio: «Abbiamo fatto delle precise richieste al presidente Draghi, e lui ha dichiarato che le ritiene, in parte, condivisibili. Quindi ora è fondamentale che Draghi e Conte si incontrino per trovare il punto di incontro, e se Draghi non volesse incontrare Conte o volesse offrire “noccioline”, non credo che sia opportuno per noi proseguire con questa esperienza di governo. E se Draghi dovesse comunque rassegnare le dimissioni, è una sua scelta». Tra i perplessi sull’uscita dal governo c’è Diego De Lorenzis, che però sembra escludere uno strappo: «La sintesi la fa il presidente, pur nella differenza di vedute, poi come in ogni squadra, si tiene la barra dritta e si va avanti tutti insieme».

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