L'esercitazione
Guerra in Ucraina, i marò di Brindisi ai «war games» e la Nato in Norvegia
Lo scenario, seppur inventato, è piuttosto «suggestivo»: bisogna liberare il territorio da un invasore. Esercitazione con una componente della Brigata Marina «San Marco» imbarcata sulla nave Garibaldi che partecipa alla «Cold response 2022»
L’inizio dell’esercitazione Nato «Cold Response» (ovvero «risposta fredda»), in Norvegia, è stato «battezzato» dal sorvolo delle due «superfortezze volanti» dell’aviazione militare degli Stati Uniti, i bombardieri B-52H (con capacità di armamento nucleare) che pochi giorni fa hanno solcato i cieli della Puglia, nel corso dei pattugliamenti «preventivi» nei confronti della Russia. A centinaia e centinaia di metri più in basso, nella «pancia» della portaerei «Giuseppe Garibaldi» - salpata da Taranto il 15 febbraio scorso - i Fucilieri della Brigata Marina San Marco di Brindisi si preparano a condurre una serie di attività, incluso uno sbarco anfibio in grande stile, assieme anche agli omologhi Marines americani.
Nonostante i massimi livelli dell’Alleanza abbiano cercato di tenere una sorta di «basso profilo» su questa esercitazione («non è un’operazione», «ha cadenza biennale», «era già preventivata»), la verità è che un insieme di forze che raggiunge le 30mila unità - il doppio rispetto a due anni fa - e che, puntando il compasso in Norvegia, si allarga fin quasi a sfiorare il Baltico, pizzica come fossero corde di chitarra i nervi di Mosca. Non è un caso che la Russia pur essendo stata invitata (in base al Documento di Vienna, gli Stati membri dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa-Osce si invitano a vicenda ad osservare le esercitazioni militari), abbia cambiato i propri piani e abbia avvisato i vertici delle Forze Armate norvegesi che non invierà alcun osservatore.
Fonti della Difesa italiana sottolineano come la portaerei Garibaldi, salpata dal porto di Narvik (Norvegia) lo scorso 12 marzo, giocherà un ruolo centrale nell’esercitazione in quanto nave di bandiera del comandante della Task Force Anfibia multinazionale, il contrammiraglio Valentino Rinaldi. Presente a bordo anche una componente interforze nazionale nello staff, con personale dell’Esercito Italiano e dell’Aeronautica Militare. Durante l’esercitazione la «Garibaldi» opererà in stretta sinergia con assetti di diverse Forze armate straniere, mettendo a frutto l’addestramento specifico svolto negli ultimi mesi dalle donne e dagli uomini della Marina Militare. Partecipa alla Cold Response anche un’aliquota di Alpini del III Reggimento di Pinerolo e, ovviamente, i citati Fucilieri di Marina. Proprio questi ultimi, saranno preziosi nelle esercitazioni che prevedono lo sbarco anfibio (tra il 21 marzo e il 1° aprile) mentre - a quanto dicono fonti della Difesa - gli Alpini, «a terra, simuleranno la forza opponente». Lo scenario di esercitazione, del tutto inventato per carità, prevede che sia da liberare il territorio della Norvegia da un invasore.