Il caso

«Giustizia truccata», l’indagine sui magistrati di Trani va in Cassazione

Massimiliano Scagliarini

Forse il 27 la decisione sulla sede del processo: tornerà a Lecce o resterà a Potenza

BARI - Il rebus sulla sede in cui dovrà essere celebrato il processo per la presunta giustizia truccata di Trani potrebbe essere risolto prima dell’estate. È stata fissata infatti al 27 giugno la camera di consiglio in cui la Cassazione dovrà risolvere il conflitto di competenza sollevato il 1° giugno dal gup di Potenza, Lucio Setola, che si è dichiarato incompetente dopo aver ricevuto gli atti trasferiti da Lecce.

La questione, dal punto di vista giuridico, è estremamente intricata. Ad aprile 2022 la Corte d’appello di Lecce ha annullato per incompetenza funzionale la sentenza di primo grado con cui (a novembre 2020) l’ex gip Michele Nardi e altre quattro persone erano state condannate a pene variabili tra i 16 anni e nove mesi e i quattro anni, per le accuse di associazione per delinquere, corruzione in atti giudiziari, concussione e falso in relazione agli (ancora presunti) favori che tra 2014 e 2018 sarebbero stati fatti all’imprenditore coratino Flavio D’Introno: indagini truccate in cambio di soldi e regali. Secondo la Corte d’appello di Lecce (che in una diversa composizione ha annullato anche la sentenza di condanna pronunciata in abbreviato) la competenza a occuparsi di Nardi era del Tribunale di Potenza, perché qui era incardinato un procedimento (nei confronti dell’ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo Capristo) in cui sono contestate le medesime accuse di Lecce.

Il 1° giugno il gup di Potenza ha invece scritto che non è così, e che la Corte d’appello di Lecce ha sbagliato perché la competenza non può cambiare una volta cominciato il processo: e l’indagine di Potenza su Nardi-Capristo è successiva all’avvio del processo di Lecce.

La Cassazione si era già espressa sui giudici di Trani, in fase di indagini, stabilendo che il processo dovesse rimanere a Lecce. Ma ora dovrà tornare a discuterne a seguito dell’ordinanza con cui Setola ha sollevato il conflitto negativo di competenza. Gli avvocati dibattono su cosa accadrà se il processo dovesse tornare a Lecce, ovvero se potrà rivivere la sentenza annullata. Le opinioni sono variegate: quella prevalente dice che sarà la sentenza degli ermellini a sciogliere anche questo nodo. Ma, in ogni caso, anche se si dovesse ricominciare da capo l’istruttoria fatta in primo grado sarebbe salva, fermo restando che le parti potrebbero presentare nuove liste testimoniali e ulteriori elementi insistendo per riaprire l’istruttoria.

I tempi per la decisione dovrebbero essere più rapidi di quanto si era pensato inizialmente. Il 27 giugno, peraltro, dovrebbe anche arrivare la sentenza della Disciplinare del Csm su Nardi. Per l’ex gip, condannato con sentenza definitiva per calunnia, la procura generale rappresentata dal sostituto pg Alessandro Pepe, ha chiesto la rimozione dall’ordine giudiziario. Nell’udienza del 24 maggio la sezione Disciplinare presieduta da Fabio Pinelli, ha ascoltato come testimone chiamato dalla difesa di Nardi l’avvocato Michele Quinto, che ha parlato dei rapporti con l’ex gip e delle informazioni rese alla Procura di Trani e a quella di Potenza nel corso delle indagini. Quinto, secondo la difesa di Nardi, sarebbe la fonte della «confidenza» che poi ha portato Nardi ad essere condannato per calunnia ai danni delle colleghe Maria Grazia Caserta e Margherita Grippo e dell’avvocato Michele Laforgia a un anno, un mese e 10 giorni. Anche davanti alla Disciplinare, Quinto ha ribadito ancora una volta che le cose non sono andate così.

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