L'analisi

La «Gazzetta» e la verità sui fondi pubblici perduti dal comune di Massafra

Mimmo Mazza

«L’ex sindaco Quarto sa bene che se ora dovrà tornare a lavorare dopo oltre 8 anni vissuti con le laute indennità percepite dai soldi versati dai contribuenti, lo dovrà fare perché non è stato capace di tenere insieme la sua maggioranza, non certo per gli articoli pubblicati dalla Gazzetta»

Vogliamo tranquillizzare l’ex sindaco di Massafra Fabrizio Quarto, e con lui dipendenti e collaboratori di Edime: la Gazzetta del Mezzogiorno non è sull’orlo del fallimento e non accusa cali di vendita, anzi ad agosto è tornata ad essere il primo quotidiano locale per diffusione. Certo, i problemi non mancano e sono dovuti agli strascichi del fallimento del giugno del 2019, strascichi che editori e lavoratori stanno cercando di superare con un piano di ristrutturazione tutt’ora in corso, non dissimile peraltro dai piani messi in atto da buona parte dei quotidiani italiani.

Sorprende che un esponente del centrosinistra, teoricamente – almeno una volta, quando il richiamo alla classe operaia era un pensiero fondato e sincero, e non soltanto uno slogan orecchiato al bar – vicino alle esigenze dei lavoratori e difensore della libertà di stampa – usi un comizio convocato per tentare di spiegare il fallimento della sua amministrazione comunale – fallimento quello sì reale e inappellabile – per attaccare la Gazzetta e chi ci lavora.

L’ex sindaco Quarto sa molto bene che se ora dovrà tornare a lavorare dopo oltre 8 anni vissuti con le laute indennità percepite dai soldi versati dai contribuenti, lo dovrà fare perché non è stato capace di tenere insieme la sua maggioranza, dissoltasi al sole di ottobre, non certo per gli articoli pubblicati dalla Gazzetta.

Nessuno ha mai impedito all’ex sindaco Quarto di far conoscere anche dalle colonne della Gazzetta la sua verità ma lui se n’è sempre ben guardato, scegliendo – spesso dopo aver sottoscritto lauti contratti pubblicitari – altri organi di informazione. Liberissimo di farlo – anche se sull’uso di soldi pubblici forse sarebbe necessaria una riflessione – ma sarebbe stato utile comprendere tante cose sull’operato della sua amministrazione, sia dal punto di vista politico (a partire dai continui tentativi di blandire quella parte di Fratelli d’Italia più affine al potere imprenditoriale di suo riferimento) che dal punto di vista prettamente gestionale.

Forse all’ex sindaco Quarto non è andata giù l’inchiesta della Gazzetta sui fondi perduti dal Comune di Massafra per la realizzazione di un cavalca-ferrovia in grado di venire incontro alle esigenze delle imprese della città, strozzate da collegamenti viari sempre più difficoltosi, fondi perduti senza che l’amministrazione Quarto abbia saputo dare una giustificazione valida e convincente. Ma pazienza, ce ne siamo fatti una ragione, la Gazzetta è riuscita a sopravvivere anche senza conoscere il pensiero del primo cittadino su una vicenda dall’evidente rilevanza pubblica, lasciando ai massafresi il compito di valutare il silenzio tombale dell’organo di governo pagato con i soldi pubblici.

Non sappiamo a che tipo di informazione sia abituato l’ormai ex sindaco Quarto – qualche idea ce l’abbiamo – ma deve farsene una ragione: non saranno gli insulti proferiti in un comizio a fermarci, a impedirci di accendere i riflettori su Massafra e chi la governa, su certe opacità che ci sono state segnalate nel settore dei servizi sociali, su 8 anni di amministrazione spesso contrassegnati da chiacchiere e annunci piuttosto che da fatti concreti.

Massafra tornerà al voto nella prossima primavera perché così ha deciso la maggioranza dei consiglieri comunali: tutto il resto è noia.

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