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G7, la Puglia arca di pace

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

G7, la Puglia arca di pace

La regione da sempre ponte naturale tra Oriente e Occidente: per secoli la sua posizione ha favorito scambi e connessioni col resto d'Europa

Giovedì 13 Giugno 2024, 09:56

24 Giugno 2024, 20:03

Sembra passata un’era geologica da quando il Salento fu candidato al premio Nobel per la Pace. Correva l’anno 1999 e la proposta di Lino Patruno, allora direttore della nostra “Gazzetta del Mezzogiorno”, giunse fino a Bruxelles. Nella sede del Parlamento europeo si perorò la causa del lembo di terra che il salentino Carmelo Bene collocava, nella sua geografia sentimentale, “a Sud del Sud dei santi” che non coincideva più solo con l’accecante barocco della pietra leccese, con le sue volute sterminatrici che anticipano le rotazioni dei tarantati e le loro estasi, così somiglianti ai “voli”, altrettanto estatici, di San Giuseppe da Copertino, a cui bastava ripetere il nome di Gesù o di Maria per cominciare a levitare. La santità si era incarnata nell’accoglienza di migliaia di stranieri. Profughi, immigrati: dell’Albania prima, dell’Africa poi. La rivincita dei martiri d’Otranto uccisi dai turchi e rinati dalle loro stesse ossa per andare incontro a chi veniva dal mare, fuggendo la fame e la guerra, sbarcando sulle coste del “finis terrae”.

Venticinque anni dopo, la Puglia torna terra d’accoglienza, stavolta non più, però, come approdo di un'umanità dolorante che, esule dalle proprie terre, aggiunge alle ferite della guerra quelle inferte dall'esilio, ma come casa per tre giorni dei potenti del mondo, con Papa Francesco quale ospite speciale.

Don Tonino Bello amava ripetere che “stare con gli ultimi significa lasciarsi coinvolgere dalla loro vita”. I conflitti e tutte le guerre, diceva don Tonino Bello “trovano la loro radice nella dissolvenza dei volti”. E noi, aggiunse sei anni fa Papa Francesco, nella Messa al porto di Molfetta, dopo aver pregato sulla tomba del suo vescovo, piegato dal cancro a soli 58 anni il 20 aprile 1993, che condividiamo il Pane di unità e pace, “siamo chiamati ad amare ogni volto, a ricucire ogni strappo, ad essere, sempre e dovunque, costruttori di pace”.

Costruttori di pace, in Puglia. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spiegato che la scelta della Puglia quale sede del G7 del 2024 è stata ponderata in quanto ponte naturale tra Oriente e Occidente. Per secoli la sua posizione strategica ha favorito scambi e connessioni con il resto d'Europa, specialmente con l'Est.

È la settima volta che l’Italia ospita il G7. In precedenza si è svolto due volte a Venezia (1980, 1987), a Napoli (1994), Genova (2001), L’Aquila (2009) e Taormina (2017).

Il programma prevede sei sessioni di lavoro su: Africa, cambiamento climatico e sviluppo; Medio Oriente; Ucraina; Migrazioni; Indo-Pacifico e sicurezza economica, oltre alla sessione ‘outreach’ con le Nazioni e le organizzazioni internazionali invitate su Africa, Mediterraneo, intelligenza artificiale ed energia.

Il vertice di Borgo Egnazia si colloca in un momento particolarmente complesso dello scenario internazionale. Oltre alla discussione sulla guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente, il focus proposto dalla Presidenza italiana si concentrerà su Mediterraneo e Africa. Altro tema al centro del dibattito sarà quello dell’intelligenza artificiale, sul quale è previsto anche l’intervento di Papa Francesco. E’ la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette. Sessioni specifiche saranno poi dedicate alle migrazioni, alle questioni finanziarie e alla situazione nell’Indopacifico. Durante i lavori, inoltre, i leader affronteranno temi globali come la sicurezza economica, la transizione energetica e la protezione dell’ambiente. Il vertice prevede anche il coinvolgimento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella che riceverà i leader G7 stasera nel corso di una cena ufficiale nel castello svevo di Brindisi.

Don Tonino Bello invitava la Puglia a essere «arca di pace e non arco di guerra» mentre la regione, negli anni del conflitto nell’ex Jugoslavia, veniva militarizzata con i caccia bombardieri dalla potenza distruttiva. Ecco, ci piace pensare che tra gli ulivi della campagna fasanese, maturino proposte di pace. «Il futuro ha i piedi scalzi», ripeteva don Tonino per indurre a essere «sul passo degli ultimi»: i potenti del G7 saranno in grado di sintonizzarsi sulle frequenze degli ultimi?

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