Le responsabilità penali - una volta accertate oltre ogni ragionevole dubbio - saranno personali ma mettendo in fila - senza pretesa di completezza e senza alcuna generalizzazione - i casi Pisicchio, Maurodinoia-Cataldo, Olivieri-Lorusso, Sannicandro, Grandaliano, Lerario - non si può non dire basta al festival dell’ipocrisia al quale partecipano commentatori locali e leader politici nazionali.
Se assumiamo come tesi che il centrosinistra alla guida di Comune di Bari e Regione Puglia non sia stato fortunatissimo nella scelta del personale politico e dei manager, non possiamo non aggiungere che tale presunta sfortuna appartenga a tutta la coalizione e non sia attribuibile al vicino di banco a seconda della vicinanza agli appuntamenti elettorali o delle convenienze del momento. Ciò premesso, è sicuramente legittima la rimessione delle deleghe operata ieri dal Movimento 5 Stelle in seno alla Regione Puglia ma non si può non notare che la mossa sia avvenuta all’indomani dell’arresto di un ex assessore regionale - in carica quando i grillini erano all’opposizione - e che nulla invece i contiani hanno fatto in occasione dei precedenti cicloni giudiziari, riguardanti persone al governo con i 5 Stelle o nominate durante l’attuale legislatura: il 2 marzo la Gazzetta ha scritto che l’assessore regionale Maurodinoia era indagata per voto di scambio-politico mafioso, notizia evidentemente non ritenuta in grado di generare il terremoto accaduto, invece, ieri.
Per carità, pretendere coerenza dai politici spesso è pretendere troppo, presi come sono dal sentiment però almeno ci permettiamo di chiedere a chi governa la Puglia - compresi chi come i grillini non sono stati votati per farlo - di sollecitare un patto di fine legislatura chiaro, trasparente, comprensibile, magari pure utile ai pugliesi, e non finalizzato prevalentemente a infilarsi nell’eterno dualismo tra Decaro e Emiliano per solleticare quest’ultimo a promettere ai 5 Stelle il prossimo candidato presidente, rinunciando dunque alle poltrone di oggi - non tutte in verità - per prenderne una più grande domani. La rivoluzione non può essere tutta qui.